Una bellissima storia, quella che arriva dal piccolo borgo di Montemonaco. in provincia di Ascoli. Per la prima volta, infatti, una tra le montagne più belle d’Italia, ovvero la Sibilla, è diventata veicolo di inclusione. Nei giorni scorsi, l’appassionata Valeria Masala, ternana, che a seguito di un terribile incidente motociclistico avvenuto nel 2019 ha subito l’amputazione di una gamba e di un braccio, grazie al supporto di Alessandro Bianchi, Elisa Marra, Sara Marcelli e tanti altri ragazzi valorosi e intraprendenti, ha potuto raggiungere la vetta del monte Sibilla.
"Un’impresa straordinaria, un esempio concreto di turismo accessibile a dimostrazione che la disabilità non è insormontabile quando tante persone si mettono insieme – spiega il sindaco di Montemonaco, Francesca Grilli, con grande emozione –. Inseguire il proprio sogno, oltre ogni limite, si può e questo oggi ce lo insegna Valeria, alla quale diamo già appuntamento per la prossima scalata". Davvero una meravigliosa storia che fa capire quanto possa essere inclusiva la montagna e, anche per questo motivo, quanto sia necessario preservarla il prima possibile. Valeria Masala ha 54 anni ed è originaria di Terni. L’incidente avvenne il 30 luglio del 2019, lungo la statale 77 che collega Foligno a Civitanova Marche. Approfittando di alcuni giorni di ferie, Valeria e il suo compagno avevano programmato di passare dal mare alla montagna, il giorno dopo, per salire in cima al monte Sibilla, la vetta più alta che dà il nome ai Monti Sibillini.
Dietro l’angolo di una curva li aspettava, però, un destino terribile. La moto su cui viaggiavano sbandò e diventò una scheggia impazzita, carambolando sul guardrail: i due passeggeri volarono a decine di metri di distanza, sull’asfalto. Il compagno Paolo morì, Valeria invece andò in coma per poi subire, dopo qualche giorno, appunto, l’amputazione di un braccio e di una gamba. Ora, finalmente, è riuscita a realizzare il suo sogno, scalare il monte Sibilla. Senza il suo Paolo, purtroppo, ma con tanti amici che le hanno dato una mano.Un segnale importante di solidarietà che, anche se non potrà cambiare la realtà e calcellare i ricordi dolorosi, potrà sicuramente dare nuova speranza e fiducia a questa donna coraggiosa.
Matteo Porfiri