SILVIA ANGELICI
Cronaca

"La sicurezza perde pezzi. A farne le spese i cittadini"

Allarme del Siulp per la chiusura del reparto prevenzione crimine di Perugia. Il sindacato ha incontrato il vertice della Polizia: "Scelta da ponderare" .

Massimo Pici (in piedi) è il presidente del sindacato Siulp. In questa veste denuncia la chiusura del reparto prevenzione crimine di Perugia

Massimo Pici (in piedi) è il presidente del sindacato Siulp. In questa veste denuncia la chiusura del reparto prevenzione crimine di Perugia

Mano a mano che passano i giorni è sempre più concreta la chiusura del reparto prevenzione crimine di Perugia. Il sindacato Siulp per voce del presidente provinciale Massimo Pici, di nuovo in presisng: "Siamo agli sgoccioli della vicenda, se dovesse essere operativa la chiusura, per i cittadini, la società civile, verrebbe a mancare la sicurezza. Questo è quello che vuole lo Stato ?", incalza Pici.

Intanto nei giorni scorsi, il sindacato unitario dei lavoratori di Polizia ha incontrato nella sede del Dipartimento della pubblica sicurezza, Vittorio Pisani, capo della Polizia e direttore generale della Pubblica Sicurezza, per fare il punto sulla riorganizzazione. "Non è stata una semplice discussione, come alcuni erroneamente sostengono. Chi minimizza l’importanza di questo incontro - fa notare Pici - dimostra una scarsa informazione o un intento fuorviante. Accettare passivamente l’esito di una ristrutturazione che prevede l’istituzione di un nuovo reparto a Gorizia e la chiusura di ben sette Reparti, tra cui Cosenza, Siderno, Foggia, Lecce, Potenza, Reggio Emilia e Perugia, significherebbe subire decisioni dannose per i colleghi e per la collettività. Il personale del Reparto di Perugia è altamente formato come squadre di intervento critico e interviene in situazioni di emergenza, come sequestri di persona o calamità naturali. È fondamentale che l’opinione pubblica sia informata sulle decisioni che si stanno prendendo e che minacciano la sicurezza della regione, e di Perugia in particolare: non è affatto “inutile allarmismo.”".