La sindaca a ’gamba tesa’: "No all’inceneritore"

Ferdinandi: "Ci opporremo all’ipotesi di realizzarlo nel comune di Perugia. La soluzione scelta dalla Regione è sbagliata, in ritardo e fuori dal tempo". .

La sindaca a ’gamba tesa’: "No all’inceneritore"

Ferdinandi: "Ci opporremo all’ipotesi di realizzarlo nel comune di Perugia. La soluzione scelta dalla Regione è sbagliata, in ritardo e fuori dal tempo". .

"Ci opporremo a qualsiasi ipotesi di realizzazione di un inceneritore nel Comune di Perugia". Ma non solo: "Prendiamo le distanze dalla soluzione adottata in sede regionale, la cui impostazione appare fuori dal tempo e in ritardo di decenni rispetto alle numerose alternative (politiche, industriali, strategiche e tecnologiche) attualmente disponibili nel panorama italiano ed europeo". La sindaca Vittoria Ferdinandi entra a gamba tesa nel Piano regionale dei rifiuti che contempla la realizzazione di un termovalorizzatore. In un comunicato arrivato nel tardo pomeriggio, la prima cittadina rompe gli indugi e apre la "battaglia" con Palazzo Donini (non sarà l’unica, questo è certo). "Non possiamo esimerci – afferma – dall’esternare la nostra posizione critica sulla realizzazione del nuovo inceneritore. Le perplessità sono connesse ai costi (circa 200 milioni), alle modalità (project financing) e tempi di realizzazione dell’opera (la cui ipotetica messa in funzione è stimata per agosto 2029) e a ragioni di opportunità legate alla consistenza e alle tendenze delle dinamiche demografiche della nostra regione che risultano in contrazione. Noi – aggiunge – riteniamo che una vera chiusura del ciclo dei rifiuti non possa certo realizzarsi per mezzo della combustione e (nella migliore delle ipotesi) termovalorizzazione dei rifiuti, ma viceversa attraverso politiche di riduzione dei rifiuti “a monte”, contestuali ad un pieno e fattivo supporto istituzionale a progetti imprenditoriali, iniziative sociali e pratiche civiche volte alla riparazione, al riuso e al riciclo, anche nell’ottica di promuovere e valorizzare un approccio che non consideri più il rifiuto solo come uno scarto – conclude Ferdinandi – , ma come una risorsa".