REDAZIONE UMBRIA

La svolta dell’auditorium Ecco da chi sarà gestito San Francesco al Prato

Aperte le buste per l’assegnazione della concessione del "contenitore": vincono Minus (Palazzo della Penna) e Mea concerti (Suoni controvento).

La svolta dell’auditorium Ecco da chi sarà gestito San Francesco al Prato

Sembra davvero la volta buona: l’auditorium di San Francesco al Prato potrebbe iniziare quanto prima le sua attività culturali e artistiche. Il Comune ha infatti affidato la gestione per 9 anni (a 68mila euro all’anno) a due imprese del settore che già operano a Perugia e in Umbria da tempo: si tratta dalla romana Munus (che gestisce spazi museali e di arti visive a Perugia come Palazzo della Penna, la cappella di San Severo e il complesso di San Bevignate ), e dalla perugina Mea concerti, che ha "un’anima" in Lucia Fiumi e Gianluca Liberali che organizza eventi e spettacoli come "Suoni controvento". Le due realtà si sono unite in una Rti (Raggruppamento temporaneo di imprese) e hanno superato la concorrenza della "Accento Srl" di Ferrara. Offerta migliore quella della Rti, sia dal punto di vista tecnico che economico, con un ribasso del 2,22% rispetto all’offerta fatta dal Comune (70mila euro). Tecnicamente si tratta di un "partenariato speciale pubblico-privato", accordo contemplato dal Codice dei contratti pubblici.

Di cosa si occuperanno dunque le due società? Nel bando è previsto prima di tutto la "rifunzionalizzazione e valorizzazione culturale" di San Francesco al prato. Il gestore dovrà garantire inoltre una serie di "attività minime" come l’organizzazione di spettacoli e convegni, compresa una "programmazione culturale multidisciplinare", e la gestione di un percorso museale, dai servizi di apertura e vigilanza fino a laboratori didattici, organizzazione di visite guidate, marketing e promozione. C’è dunque grande attesa per vedere quando e come si metterà in moto questa struttura che si porta dietro anni e anni di lavori, rinvii e non pochi malumori. Addirittura una prima ristrutturazione pensata dall’architetto Bruno Signorini, risale alla metà degli anni ’80. Poi vennero stanziati fondi del terremoto del ’97 per ristrutturare il complesso. L’auditorium è stato finalmente completato nel 2019, ma poi arrivarono persino i tarli nelle travi di legno a "rompere le uova nel paniere". Qualcuno lamenta ancora problemi di acustica in verità, che chi ha realizzato il restyling respinge con forza. vedremo dunque se San Francesco al Prato (512 posti) avrà una caratterizzazione precisa: tutto fa pensare che prevalga la musica. Si vedrà.