MICHELE NUCCI
Cronaca

La terribile ferita del Covid-19. Ora c’è un monumento a ricordare le 2.500 vittime della pandemia

Inaugurata ieri l’opera artistica nel piazzale del Poliambulatorio dell’Asl 1 in piazzale Europa . La sindaca: "Dimenticare significa tradire chi è deceduto". Solinas: "Mai più impreparati a certi eventi".

Tanti cittadini per l’inaugurazione del monumento in piazzale Europa

Tanti cittadini per l’inaugurazione del monumento in piazzale Europa

"La grande ferita 2021". Si chiama così l’opera firmata dall’artista Lorenzo Fonda in ricordo di medici, operatori sanitari e cittadini morti a causa della pandemia da Covid-19 tra il 2019 e il 2021 (oltre 2.500 persone in Umbria). Realizzata in corten, ferro e smalto, da ieri campeggia in uno spazio pubblico visibile anche da via dei Filosofi: l’area verde adiacente il Poliambulatorio della Usl Umbria 1 in piazzale Europa. L’inaugurazione si è svolta proprio nella giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di Coronavirus in cui Palazzo dei Priori, sede del Comune, come tutti gli edifici pubblici, hanno esposto le bandiere a mezz’asta. Una cerimonia molto sentita, a cui hanno partecipato un centinaio di persone, molte delle quali hanno avuto parenti o amici uccisi dal Covid 19.

L’opera è stata commissionata per non dimenticare quanti hanno perso la vita e per sottolineare il ruolo svolto da tutto il personale sanitario a Perugia e in Umbria nel periodo dell’emergenza sanitaria. L’iniziativa si deve anche alla volontà di ricordare, in modo particolare, Stefano Brando, medico di medicina generale deceduto dopo aver contratto il virus nell’esercizio delle sue funzioni di assistenza professionale. I promotori hanno sottolineato il fondamentale supporto economico di numerosi sponsor (Rotary club Perugia, Euroshed Srl, Dott. Gallina Srl, Tpg Gubbiotti Srl, MV Extrusion Spa). "Lavoro da 40 anni nella sanità pubblica e ho vissuto in prima persona il dramma della pandemia, con parenti, amici e colleghi che se ne sono andati senza neanche poter essere abbracciati e salutati di persona" ha affermato Attilio Solinas promotore dell’iniziativa insieme a Gianluigi Rosi e a Lorenzo Fonda, che ha detto anche "che in caso di eventi pandemici non possiamo più farci trovare impreparati".

"Voglio ringraziare voi che oggi siete qui in tantissimi e che ci consegnate l’immagine di una comunità coesa che non è disposta a dimenticare – ha detto la sindaca, Vittoria Ferdinandi – e, anzi, vuole portare avanti unitamente uno dei compiti più grandi che abbiamo come esseri umani di fronte al dolore: quello della memoria. Vedo qui in prima fila – ha proseguito – anche Andrea Romizi. Non posso neanche immaginare cosa abbia potuto significare essere il primo responsabile della salute dei cittadini e delle cittadine in un momento di impotenza come quello segnato dal Covid".

"E allora ben venga la memoria, attraverso una statua che ogni giorno sia per noi un monito per fare di questa memoria un esercizio di responsabilità. Perché ciò che aiuta nel dolore e nel trauma è proprio l’esercizio dell’elaborazione e del ricordo. Dimenticare significa tradire tutte le vittime di quel periodo drammatico, così come il personale ospedaliero che ha saputo interpretare la più grande virtù dell’uomo: la cura, il sapersi occupare degli altri". Alla cerimonia erano anche presenti il direttore generale dell’Azienda ospedaliera Giuseppe De Filippis, l’arcivescovo Ivan Maffeis, l’assessore ai lavori pubblici Francesco Zuccherini e a Patrizia Sargentini, vedova del medico Stefano Brando.