di Sofia Coletti
"Sono emozionatissima, da tre mesi lavoriamo a questo spettacolo. E Todi per me è un posto dell’anima". Lucrezia Lante della Rovere (nella foto) non nasconde l’attesa: questa sera alle 21 al Teatro Comunale sarà lei, con Arcangelo Iannace, ad inaugurare l’edizione 2024 del Todi Festival con il debutto nazionale di Non si fa così di Audrey Schebat. Portato al successo in Francia da Sophie Marceau, lo spettacolo è diretto da Francesco Zecca e apre il cartellone del Festival che andrà avanti fino al primo settembre con teatro, musica, arte.
Lucrezia, cosa è che non si fa?
"Il titolo è un tormentone, una battuta che ricorre più volte in questa commedia relazionale, con un comicità raffinata, non “sgomitona“. È la storia di una coppia di successo: Francesca, pianista di fama mondiale e Giulio, noto psicologo, che vanno in crisi non per tradimento ma per un evento particolare"
Ce lo racconta?
"Lui si vuole uccidere ma lei, tornata inaspettatamente da un viaggio di lavoro, lo scopre e impedisce l’irreparabile. Una situazione drammatica raccontata in modo comico: da qui scatta la storia".
Perché, cosa succede?
"Questo evento dà il via a una lunghissima nottataccia nella quale i due fanno i conti l’uno con l’altra per chiarire quanto successo e, soprattutto, il motivo. Si ride e si riflette su una storia di insoddisfazioni e di crisi di identità. E soprattutto ci si chiede se si vive davvero la vita che si sognava oppure se è la vita che ha scelto per noi".
Si è fatta questa domanda?
"Certo, come tutti. Questo spettacolo mi ha permesso di esplorare aspetti che non immaginavo, anch’io sono andata in crisi. Tutti iniziamo con un sogno, poi tra i 50 e i 60 anni facciamo il bilancio. A volte sono soddisfatta, altre mi sento frustrata. Del resto noi artisti siamo inquieti perenni, ma ce lo possiamo permettere perché buttiamo tutte le emozioni in palcoscenico"
Le piace il suo personaggio?
"Moltissimo, non ho mai fatto un ruolo così brillante, con un compagno di lavoro bravissimo. Siamo alla terza collaborazione dopo Come tu mi vuoi e Misantropo. Il regista mi conosce, questo testo mi ha permesso di tirare fuori un divertimento, un gioco come mai mi era successo prima".
Diceva del legame con Todi...
"È fortissimo, a livello professionale e personale, mia mamma ha vissuto qui molti anni. E io sono stata al Festival tantissime volte, con i miei spettacoli o per quelli di amici".
Cos’è il teatro per lei?
"Lo vedo come un atto rivoluzionario. E ora sono immersa in questo spettacolo, dopo il debutto a Todi sarà in tournée per 40 date, tra Toscana, Umbria, Lazio e Marche".