MICHELE NUCCI
Cronaca

L’addio al "Corciano Festival": "No, la rassegna non può chiudere"

Assemblea con cittadini e Comune: appello al direttivo della Pro loco affinché torni sui propri passi

Assemblea con cittadini e Comune: appello al direttivo della Pro loco affinché torni sui propri passi

Assemblea con cittadini e Comune: appello al direttivo della Pro loco affinché torni sui propri passi

Le difficoltà non mancano, ma il Corciano Festival non può morire". E’ la richiesta che l’assemblea dei soci e il Comune, hanno rivolto l’altra sera al Consiglio direttivo della pro loco, affinché torni sulla propria decisione di dire addio alla storica manifestazione culturale che mosse i primi passi nel lontano 1965. Il presidente dell’associazione turistica, Lorenzo Spurio Passamonti, aveva convocato i corcianesi proprio all’indomani delle decisione di fermarsi. Una riunione intorno a una grande tavolo con davvero tanta gente: tra gli altri c’erano il sindaco Lorenzo Pierotti, l’assessore Francesco Mangano, i commercianti del borgo e tanti cittadini tra cui parecchi giovani (nota non secondaria visto lo spopolamento che anche il borgo subisce da anni). "Questa non è un manifestazione che insegue la chimera del grande pubblico – ha detto un pragmatico Passamonti – ma da qui possiamo dare voce e spazio a chi non è sotto la luce dei riflettori, ma merita lo stesso un’opportunità. Va detto però che il festival negli anni ha perso un po’ di appeal per tanti motivi, il pubblico non risponde, i sacrifici che facciamo come volontari sono giganteschi e i risultati spesso non arrivano. Questo non aiuta e la sensazione è che abbia perso la sua carica propulsiva. E allora ci siamo chiesti: ne vale ancora la pena? E’ giusto farlo solo perché siamo arrivati alla 61esima edizione? Basta tutto questo? O conviene fermarsi?". Domande messe sul tavolo con grande onestà da Passamonti, alle quali l’assemblea ha cercato di dare risposte. La sensazione è però che l’attaccamento dei corcianesi al festival sia ancora forte, ma a volte mancano idee originali, qualche scelta coraggiosa e alternativa che vada oltre la ‘tradizione’, anche a costo di sbagliare. "Questa manifestazione è la nostra identità culturale e turistica – ha detto Mangano – altrimenti saremmo solo un comune con 11 frazioni. E’ questo che ci caratterizza e per questo non può chiudere. Comunque vada il festival non morirà" ha concluso, facendo capire che il Comune in qualche modo lo porterà avanti. "Avete mano libera – ha aggiunto il sindaco rivolgendosi al Direttivo – è giusto che il cartellone venga deciso dalla pro loco. Noi confermiamo il nostro impegno finanziario (35mila euro, ndr) e invitiamo il Consiglio a tornare quindi sui propri passi". I problemi ci sono, eccome, anche se in verità quella della pro loco è una crisi ‘ciclica’, che dimostra però come il festival avrebbe bisogno di una ‘struttura’ solida (non solo di volontari) e di finanze ben più importanti.

Michele Nucci