Lago in secca: "Riconsiderare l’agricoltura"

Il lago Trasimeno è in grave sofferenza idrica, con una quota di 140 cm sotto lo zero idrometrico. Crescono le preoccupazioni per l'agricoltura e gli altri settori che dipendono dal lago. La stagione invernale è stata povera di piogge significative e non ci si può aspettare molto dallo scioglimento delle nevi. Anche altre dighe nella regione sono a rischio.

Lago in secca: "Riconsiderare l’agricoltura"

Lago in secca: "Riconsiderare l’agricoltura"

PASSIGNANO – Il lago, ormai, sfiora i 140 centimetri sotto lo zero idrometrico. Una quota da crisi di fine estate, non certo da inverno inoltrato. La situazione idrica del lago è drammatica e crescono i timori per tutti i settori che gravitano intorno al Trasimeno: dall’ecosistema al turismo fino alla pesca e persino alla navigazione, con i battelli per le isole che – con l’inizio della stagione calda, potrebbero avere serie problemi anche a entrare e uscire dai porti.

Al momento, comunque, gli occhi sono puntati sull’agricoltura. L’avvio della stagione irrigua è previsto per metà aprile, ma in Umbria, dove il lago Trasimeno è da mesi in grave sofferenza idrica, sono già alte le preoccupazioni per le disponibilità di risorsa nei mesi a venire. "A seguito del monitoraggio costante sui nostri distretti irrigui, stiamo invitando gli agricoltori, in vista delle prossime semine primaverili, a riconsiderare i piani colturali, tenendo conto delle previsioni sull’effettiva disponibilità d’acqua", ha dichiarato Paolo Montioni, presidente del Consorzio della Bonificazione Umbra. La stagione invernale, infatti, è finora avara di piogge significative (la quantità più bassa del recente quinquennio), indispensabili per riempire i bacini deputati a soddisfare le esigenze irrigue del periodo primaverile-estivo e poco ci si deve aspettare dallo scioglimento delle nevi, considerata la scarsità del manto sulle montagne, che circondano la regione. E a soffrire non è soltanto il Trasimeno. La diga sul torrente Marroggia, in località Arezzo di Spoleto, presenta ad esempio oggi una disponibilità per l’irrigazione più che dimezzata.