REDAZIONE UMBRIA

"L’aiutino alla disabile non fu bonario ma reato"

Tutte le condanne nel processo chiuso il 3 luglio

PERUGIA - Si era chiuso il 3 luglio con 21 condanne, sei assoluzioni e un non luogo a procedere, il primo grado del processo alla presunta "Concorsopoli umbra" che nell’aprile del 2019 segnò la fine della giunta regionale guidata da Catiuscia Marini, travolta dallo scandalo per l’inchiesta su concorsi truccati e assunzioni pilotate nell’azienda ospedaliera di Perugia e nell’azienda sanitaria del territorio.

L’ex presidente di Regione Catiuscia Marini è stata condannata a 2 anni di reclusione con pena sospesa per falso, abuso d’ufficio e rivelazione di segreto d’ufficio, relativamente alla vicenda della consegna della "busta" contenente le domande del concorso per categorie protette "è evidente scrivono i giudici che l’interessamento di Marini, ancorché animato dall’intento di offrire aiuto a una candidata affetta da disabilità e con un vissuto familiare difficile, non può ritenersi confinato entro i limiti della segnalazione bonaria, bensì è divenuto condizionamento della procedura concorsuale" e quindi un reato. Assolta dall’associazione per delinquere come sollecitato dall’accusa.

L’ex sottosegretario all’Interno Gianpiero Bocci è stato condannato a 2 anni e 7 mesi per associazione a delinquere, falso e rivelazione di segreto d’ufficio. Tre anni, sempre per associazione per delinquere, falso e rivelazione di segreto d’ufficio, per l’ex assessore regionale alla sanità Luca Barberini. Un anno per l’ex direttore amministrativo dell’Ospedale di Perugia Maurizo Valorosi condannato per associazione per delinquere e tentato peculato. Valorosi aveva già patteggiato una pena di due anni in un altro procedimento collegato.

La posizione dell’ex direttore generale dell’ospedale di Perugia Emilio Duca, per il quale era stata chiesta la condanna a 1 anno e 5 mesi, è stata stralciata per motivi di salute. Duca, che era già stato condannato in appello a 2 anni e 11 mesi, sarà processato di fronte ad un altro collegio. Il tribunale ha inoltre dichiarato la nullità della richiesta di rinvio a giudizio e degli atti successivi relativamente alla posizione di Maria Cristina Conte in relazione a tutti i reati a lei ascritti con contestuale restituzione degli atti al pubblico ministero per ulteriore corso del procedimento. Condanne comprese tra i 10 mesi e i 2 anni per tutti gli altri imputati.