
Ha scatenato proteste e polemiche a non finire, confluite da un paio di giorni in una raccolta di firme per chiederne la revoca, partita con grandi consensi, il divieto introdotto dal Consiglio Comunale per non consentire ai cittadini di "provvedere in proprio all’illuminazione delle tombe con modalità diverse da quelle fornite dal Comune quali, ad esempio, lampade votive a batteria o pannelli solari".
Divieto reso noto con un avviso appeso al cancello del civico cimitero con il quale, precisato che "vale solo per i Cimiteri comunali serviti da pubblica illuminazione" si invitano "tutti i cittadini a mettersi in regola con quanto sopra riportato entro e non oltre il 30.04.02".
La gente guarda incuriosita, legge, scuote la testa, tra incredulità e dissenso, borbotta giudizi non proprio benevoli e si avvia verso la visita ai propri cari. E’ una decisione che esclude le tombe a terra e riguarda in particolare il cimitero del capoluogo dove è in vigore da anni l’illuminazione delle tombe con allaccio alla rete elettrica comunale. Soluzione che sta perdendo utenze, in presenza di alternative rappresentate dai lumini alimentati da batterie o pannelli solari. Da qui il rilievo non proprio sottovoce che la deliberazione consiliare sia dettata dalla volontà di garantire al servizio adeguate entrate con soluzioni sostanzialmente obbligate. E’ su questa ipotesi, soprattutto, che la protesta ha fatto proseliti, come testimoniano le firme che allungano di ora in ora la sottoscrizione che chiede, in pratica, la revoca del provvedimento. Questa invece la spiegazione dell’ Assessore al Bilancio Marco Morelli, da noi interpellato: "La decisone intrapresa dal Consiglio Comunale è maturata dopo che ci si è resi conto che lo smaltimento delle luci a batteria non avveniva quasi mai correttamente generando problemi nel servizio di raccolta così come il collocamento di pannelli solari di dimensioni diverse, che oltretutto deturpano il decoro del luogo. Si precisa inoltre che il canone annuo delle lampada votiva è pari ad € 22,00 (iva compresa) ed è rimasto invariato dal 2015. La decisione consente quindi di non gravare ulteriormente sui cittadini che decidono di utilizzare il suddetto servizio. E’soltanto un primo piccolo passo per costruire e progettare una serie di azioni volte a migliorare la situazione dei cimiteri comunali garantendo il giusto decoro del luogo". Divieto, aggiunge Morelli, "già in vigore in altri Comuni quali Castello SpoletoPerugia". g.b.