REDAZIONE UMBRIA

L’apertura del Giubileo. Cattedrale gremita: "Testimoni di speranza dove è andata perduta"

In migliaia a Perugia hanno accolto l’invito dell’arcivescovo Ivan Maffeis. Tantissimi fedeli anche a Spoleto in processione fino al Duomo.

L’arcivescovo Renato Boccardo

L’arcivescovo Renato Boccardo

Nel solco tracciato a Natale da Papa Francesco, oggi in tutte le diocesi si apre un Anno Santo, che trova nella speranza il suo filo conduttore. Abbiamo iniziato sulla Piazza, dove il bisogno di speranza che sale dalla Città ha preso voce nelle parole di un giovane studente lavoratore, della dottoressa responsabile dell’Hospice, del direttore della Caritas e della prima cittadina. Mettersi in ascolto esprime la disponibilità a lasciarsi interrogare dalla vita della gente e a non far venire meno il nostro contributo di credenti". Sono le parole pronunciate dall’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, monsignor Ivan Maffeis, durante l’omelia della santa messa celebrata ieri mattina nella Cattedrale di San Lorenzo, in occasione dell’apertura della Porta Santa. "Ci siamo presi quest’impegno camminando insieme verso la Cattedrale – ha detto Maffeis - . Vi siamo entrati con umiltà, da mendicanti di speranza quali siamo". "I segni di questa speranza li puoi riconoscere in quanti, nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità, si spendono in modo silenzioso e fedele per il bene degli altri – ha aggiunto l’arcivescovo -. La speranza fiorisce dove è sostenuto il desiderio di generare e la vita, dal concepimento in poi, è custodita nella sua sacralità. La speranza fiorisce dove una mano amica aiuta i giovani a non scivolare in gesti autodistruttivi; dove ci si fa carico della sofferenza della persona malata come della solitudine di quella anziana; dove chi vive condizioni di disagio incontra opportunità per rialzarsi; dove le attese dei migranti non sono umiliate da pregiudizi e chiusure; dove le giornate lunghe e vuote dei carcerati incontrano opportunità di studio e di lavoro, che dischiudono percorsi di reinserimento sociale. La speranza fiorisce dove si costruiscono i presupposti etici per far sì che i beni della terra non restino privilegio di pochi. La porta santa è aperta – ha concluso Maffeis - . Sia tale sarà anche il tuo cuore e in te troverà casa la speranza di vita di tuo fratello". In migliaia, a Perugia, hanno accolto l’invito dell’arcivescovo Maffeis ad essere "testimoni di speranza dove questa è andata perduta". Una partecipazione che è andata oltre ogni aspettativa. La cattedrale di San Lorenzo, era gremita da una moltitudine di fedeli anche in piedi lungo tutta la navata centrale. Un segno-sollecitudine per la Chiesa di Perugia-Città della Pieve di mettersi "in ascolto della domanda di speranza della Città dell’Uomo", che ha preso voce nelle parole di uno studente lavoratore, Francesco Ricci; di Susanna Perazzini; del direttore Caritas don Marco Briziarelli e della sindaca Vittoria Ferdinandi.

Tantissimi fedeli anche a Spoleto. "Il cristiano sa che per lui la speranza è una responsabilità, soprattutto oggi che gli orizzonti culturali sono spesso profondamente asfittici ed è difficile formulare speranze a lunga durata e capaci di reggere una vita". È uno dei passaggi dell’omelia che l’arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra, mons. Renato Boccardo, ha tenuto in Duomo. La celebrazione è iniziata con una sosta di preghiera nella chiesa di S. Filippo Neri in Piazza Mentana; da lì, si è snodata la processione, segno del cammino di speranza, fino alla Cattedrale.