Chi dipinge per ritrovarsi, chi plasma materiali per ridimensionare le paure, chi spacca oggetti come alcuni terremotati, durante il percorso “distruggere per creare“. Potere dei corsi di arteterapia a cura di Monica Grelli, ceramista e arteterapeuta, che soltanto a stringerle la mano ti mette di buon umore e ti fa sentire una di casa. Nei suoi atelier “diffusi“, spazi accoglienti tra via Sant’Agata e via dei Priori ricavati in un’antica cantina dove c’è anche un pozzo etrusco e in una bottega piena di libri, colori, stoffe, gomitoli di lana, Monica ha ideato percorsi a tema in base alle fasce di età. Si va dagli anziani - che lei incontra comunque anche al centro diurno di Fontenuovo e al Sodalizio di San Martino- agli studenti delle scuole. "I mie laboratori - spiega Monica - sono ambienti dove chi partecipa lavora da solo e liberamente ma con la sicurezza di essere parte di un gruppo. Cerco di offrire alle persone un rifugio silenzioso e stimolante, dove esprimere pensieri e nello stesso tempo liberarsi dalle ansie. La solitudine è tra le paure più diffuse, soprattutto nell’era in cui il virtuale ci allontana dalle relazioni e dai contatti fisici". Ma l’arte può curare il disagio? "L’arteterapia è una pratica che utilizza mezzi artistici per esprimere stati d’animo e emozioni. Negli adulti questo aiuta la crescita personale, a conoscersi meglio e ad allontanare i “mostri“ che spesso albergano dentro di noi. Gli anziani sono spronati e si sentono ancora attivi; nei bambini e negli adolescenti favorisce l’apprendimento e le relazioni". Ieri Monica ha aperto il suo atelier di via sant’Agata in occasione della giornata europea dell’arteterapia. Adulti e ragazzi hanno partecipato a “immaginalo-picture it“: confronto a più voci con merenda compresa.
Silvia Angelici