Lascia il ruolo di coordinatore umbro di Alternativa popolare, Riccardo Corridore, annunciando al contempo di voler concentrarsi sul suo incarico di vicesindaco di Terni. Una scelta, quella delle dimissioni dai vertici di Ap, che arriva a ridosso del flop del centrodestra alle regionali, nelle quali la stessa Ap "ha dato il suo contributo con una crescita complessiva rispetto alle europee" sottolinea il vicesindaco. Corridore lascia quindi il coordinamento regionale di Alternativa popolare, il partito di Stefano Bandecchi. "È una decisione presa di comune accordo con Bandecchi, voglio concentrarmi totalmente sull’attività amministrativa che tante soddisfazioni ci sta dando. Dopo cinque campagne elettorali in due anni, è giunto il momento di fermarmi" ha spiegato in una conferenza stampa a Palazzo Spada. L’incarico, ha detto Corridore, "è stato assunto al momento dal sindaco Bandecchi, deciderà lui a chi affidarlo". Corridore ha poi analizzato l’esito del voto regionale dalla prospettiva di Ap, come noto articolazione del centrodestra dopo l’accordo delle settimane scorse. "Il centrodestra ha perso ma Alternativa popolare ha dato il proprio contributo - ha spiegato Corridore - con una crescita complessiva rispetto alle elezioni europee: dal 9,48 al 12,02% a Terni, dal 5,39 al 6,71% in provincia, dall’1,84 al 2,16% su base regionale". "Venivamo accreditati all’1,8% e abbiamo dato un contributo sostanziale alla coalizione, che però non è bastato - aggiunge il vicesindaco – . Siamo chiaramente soddisfatti, meno per l’esito complessivo del voto che non ha portato alla rielezione di Donatella Tesei. E le riflessioni in questa fase sono fisiologiche".
A festeggiare la mancata conferma del centrodestra in Regione e il voto ternano è invece il coordinatore umbro del M5S, Thomas De Luca: "Il nostro 7% ha fermato Bandecchi a Terni. Una diga che ha salvato non solo la tenuta del risultato della coalizione ma che ha garantito che questo personaggio non trovasse spazio agli onori delle cronache nazionali, rivendicando un credito diretto nei confronti della presidente del consiglio, Giorgia Meloni. I danni di questo scenario sarebbero stati incalcolabili. Tutto questo è stato ovviamente possibile solo grazie al coraggio e alla forza di Stefania Proietti e ad interlocutori veri, nuovi e credibili"