L’hanno letteralmente sradicato e rovesciato a terra, come avevano fatto a Ramazzano a gennaio e a inizio mese a San Marco. Nel mirino è finito ancora una volta uno degli speed check installati da tempo dall’amministrazione comunale: ce ne sono una settantina in tutto il territorio e servono sia come dissuasori dell’alta velocità, sia come contenitori dove poter montare gli autovelox e multare chi supera i limiti. Quello finito nel mirino del fleximan perugino stavolta è lungo la strada provinciale 344 di Pila: come quello divelto sulla Tiberina, anche questo è stato rovesciato a terra, senza essere danneggiato. Un gesto avvenuto qualche giorno fa che sembra messo in atto dalla stessa mano. Fatto che preoccupa, dato il ripetersi in tutta Italia di operazioni simili, che riguardano sia questi contenitori (che sono arancioni a Perugia) sia gli autovelox fissi veri e propri, come quello di Eggi, nel comune di Spoleto, messo fuori uso lo scorso 5 febbraio. Perugia non è comunque nuova a certi episodi a dire la verità: lungo la Tiberina Nord diverse colonnine sono state manomesse nel tempo e alcune di queste non sono state mai riparate (come a Ponte Pattoli). Un altro episodio simile, ma con modalità da accertare (potrebbe essere stato l’impatto con un’auto a danneggiare lo speed check) è avvenuto lungo la Tiberina Sud, nella zona industriale di San Martino in Campo. Quello a Ramazzano è stato ripristinato, mentre a San Marco era ridotto in pessime condizioni e definitivamente rimosso. Gli speed check, lo ricordiamo, sono ‘involucri’ in plastica cilindrici arancioni (o blu) dotati di oblò, che possono ospitare apparati autovelox. Possono, perché non necessariamente dentro ce n’è uno, spesso sono vuoti e fungono da meri dissuasori.
CronacaL’assalto agli ’speed check’. Altro dissuasore di velocità divelto sulla Provinciale a Pila