Si riduce il numero delle imprese (-0,6 dal 2019 al 2023), ma le dimensioni si irrobustiscono e aumentano gli addetti (+6,6% nel quadriennio). A registrarlo, anche la nuova indagine che Cna Umbria ha commissionato al centro studi Sintesi per offrire spunti di riflessione al dibattito sul sistema imprenditoriale umbro in corso da alcuni mesi.
"Il fenomeno della crescita dimensionale delle imprese umbre era già emerso negli anni scorsi, ma oggi è confermato dall’ultima rilevazione – dice Michele Carloni, presidente Cna -. Dal 2019 ad oggi, infatti, 289 micro imprese sono cresciute diventando piccole (+10 addetti), mentre altre 72 da piccole sono diventate medie (+49 addetti). Il numero di addetti è aumentato in tutte le classi dimensionali. La crescita dimensionale è evidente soprattutto nella manifattura, nelle costruzioni, nei trasporti, nel magazzinaggio e nella comunicazione. La dinamica più interessante è sicuramente quella della manifattura che, nel quadriennio in esame, a fronte di una diminuzione di 255 imprese ha visto crescere l’occupazione di circa 3.300 addetti e aumentare dell’1,3% l’apporto del settore alla creazione di valore aggiunto (dal 20,9 al 22,2%). L’incremento occupazionale maggiore è stato quello del settore costruzioni (+3.900 unità), ma in questo caso è cresciuto anche il numero complessivo delle imprese (+267). Si tratta di dati importanti, che dimostrano da un lato la bontà delle politiche industriali della Regione a sostegno dei processi di innovazione delle imprese e, dall’altro, l’efficacia dei bonus casa".
La ricerca è stata illustrata da Alberto Cestari, del centro studi Sintesi, presenti il direttore regionale di Cna Roberto Giannangeli e l’assessore allo sviluppo Michele Fioroni. "La trasformazione del sistema imprenditoriale che si sta registrando da alcuni anni con una crescita dimensionale sia delle micro che delle piccole imprese - nota Giannangeli - è un risultato attribuibile in parte alle politiche regionali, come già riconosciuto da Michele Carloni, ma anche al pacchetto Industria 4.0, che ha incentivato gli investimenti in nuovi macchinari digitali, software e ricerca, per cui ci attendiamo che il governo emani a breve i decreti attuativi del piano Industria 5.0. Tuttavia, gli effetti della trasformazione in atto del sistema imprenditoriale umbro sulla creazione di valore aggiunto non sono ancora evidenti, perché qui incide negativamente un fattore: il calo demografico in atto dal 2014, che in 10 anni ha fatto perdere alla regione oltre 36mila abitanti, di cui l’80% in età lavorativa, mentre è cresciuta la quota di popolazione anziana (+12mila). Ecco perché il tema dell’attrattività residenziale dell’Umbria dovrà essere al centro delle politiche dei prossimi 10 anni. Considerati i dati poco incoraggianti sulla natalità, non potrà essere questo l’unico fattore su cui fare leva, anche perché se vogliamo favorire la crescita delle imprese occorre manodopera specializzata".
Silvia Angelici