DANIELE MINNI
Cronaca

Le mezze verità del marito agli inquirenti. Sotto torchio per diverse ore l’arrestato

Confessione parziale. Eventuale gravidanza non voluta e falle nella sua versione

Confessione parziale. Eventuale gravidanza non voluta e falle nella sua versione

Confessione parziale. Eventuale gravidanza non voluta e falle nella sua versione

SPOLETO Rimane carcere di Maiano Gianluca Romita, il 48enne che mercoledì è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario dopo aver confessato di aver strangolato la moglie Laura Papadia (foto), nell’appartamento di via Porta Fuga. Ieri in carcere l’udienza di convalida dell’arresto dell’uomo che era stato fermato, sempre mercoledì in tarda mattinata, al ponte delle Torri di Spoleto dove gli agenti lo avevano convinto a desistere dall’intento suicida. Il 48enne, assistito dall’avvocato Manola Antinori Petrini, ha confermato quanto già confessato mercoledì nell’interrogatorio in commissariato. Laura voleva un figlio e lui no e a confermarlo sarebbero anche i test di gravidanza rinvenuti dagli inquirenti nell’appartamento. La versione di Romita, comunque, non convince. Almeno non del tutto. Sono ancora molti gli aspetti da chiarire, a partire da un’eventuale premeditazione. Intanto si cerca il secondo cellulare di Romita che aveva due telefoni, uno aziendale e l’altro personale. Uno dei due apparecchi non si trova e l’uomo potrebbe averlo gettato dal Ponte delle Torri, dove comunque già venerdì le forze dell’ordine con l’aiuto dei vigili del fuoco hanno attivato le ricerche. La donna sarebbe deceduta tra le 5 e le 7 del mattino ma il marito sarebbe stato rintracciato solo alle 11. Intanto già lunedì dovrebbe essere eseguito l’esame autoptico, fondamentale per ricostruire la dinamica dell’aggressione che ha portato alla morte della 37enne, dovuta a soffocamento. Sarebbe stata strangolata, ma anche la dinamica dell’aggressione è tutta da chiarire. Romita ieri è stato sentito nuovamente dagli inquirenti per diverse ore. Avrebbe anche espresso l’intenzione di scusarsi con la famiglia della vittima. Sulla convalida dell’arresto i giudici si sono riservati la decisione, ma è scontato resti in carcere.