REDAZIONE UMBRIA

Le Poste tra privatizzazioni e paure: "A rischio gli uffici più piccoli"

Dalla Cisl un avviso sulle possibili conseguenze nel territorio di una nuova operazione a livello centrale

"No alla privatizzazione di un ulteriore 30% di Poste Italiane". L’appello arriva anche da Spoleto ed in particolare dalla Cisl che con il segretario Slp Cisl Umbria, Marco Carlini, esamina le possibili conseguenze di una simile operazione, programmata dal Governo, in un piccolo comune come quello di Spoleto. Ad oggi gli uffici postali nella città di Spoleto sono sette, Spoleto Centro (16 dipendenti), Spoleto 1 in via Flaminia vecchia (6-7), Morgnano-San Venanzo (6), Sant’Angelo in Mercole-San Martino (2), San Giovanni di Baiano (2), e Beroide (1). In questi uffici sono impiegati circa 30-35 dipendenti che si spostano da un ufficio all’altro per garantire il servizio ed altrettanti sono i cosiddetti portalettere che coprono il vasto territorio comunale.

"Il rischio – afferma Carlini – è che con la privatizzazione di un ulteriore 30% si possa applicare una operazione di razionalizzazione e a rimetterci potrebbero essere proprio i comuni più piccoli. Poste Italiane produce un utile annuo di 1.4 miliardi di euro e non capiamo perché si debba privatizzare un’ulteriore quota. Questo problema riguarda anche il sindaco e come Cisl lo abbiamo sottoposto anche all’Anci nazionale. In Umbria in dieci anni siamo passati da 2400 agli attuali 1500 dipendenti". Carlini parla d di Spoleto perché vanta uno dei territori più vasti della regione, con numerose frazioni. A Spoleto già da qualche anno ha chiuso l’ufficio di Strettura e nel caso di una possibile razionalizzazione il primo ufficio a finire nel mirino di eventuali tagli potrebbe essere quello della frazione di Beroide, che oggi rimane aperto tre giorni a settimana. Gli uffici di Sant’Angelo-San Martino e di San Giovanni di Baiano sono molto vicini e si potrebbe ipotizzare un accorpamento. Il servizio già in passato è stato ridotto anche in Valnerina con alcuni uffici che rimangono aperti solo alcuni giorni a settimana. Tutte ipotesi da scongiurare secondo Bruno Mancinelli coordinatore per la Cisl dell’Area Foligno – Spoleto, per evitare di impoverire ulteriormente le aree rurali abitate prevalentemente da una popolazione anziana meno informatizzata. Sul tema della privatizzazione i vertici regionali di Poste Italiane non rilasciano dichiarazioni e non intendono replicare alle dichiarazioni dei sindacati. È chiaro che prima di poter fare dei commenti sarà opportuno visionare un eventuale nuovo piano industriale.

D. M.