REDAZIONE UMBRIA

Le tredicesime crescono. Ma il costo della vita di più

Il report della Cgia: i dipendenti del settore privato in Umbria hanno ricevuto in media 1.612 euro con una crescita del 3,3%. Vanificata dagli aumenti.

Tempo di shopping natalizio, ma delle tredicesime rimane poco

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Sono circa 231mila i lavoratori dipendenti umbri del settore privato che hanno percepito la tredicesima mensilità che in media è di 1.612 euro (importo netto più oneri previdenziali). In Umbria l’aumento è stato di 3,3 punti percentuali rispetto ai dodici mesi precedenti, ma con un costo della vita pari quasi al doppio, che ha ampiamente vanificato l’incremento.

E’ quanto rivela l’indagine settimanale di Cgia di Mestre, che ha analizzato i dati del 2023 in prospettiva anche di quest’anno, dati estrapolati dall’ "Osservatorio sui lavoratori dipendenti del settore privato (esclusi operai agricoli e domestici). I numeri rivelano che gli importi in provincia di Perugia e Terni in sostanza equivalgono: 1.609 euro la tredicesima nel Ternano e 1.616 nel Perugino. Importi che piazzano l’Umbria esattamente a metà della classifica nazionale e cioè al decimo posto.

A livello regionale infatti la Lombardia è in testa con 2.254 euro, mentre in fondo c’è la Calabria con 1.181 euro. L’area geografica con gli stipendi medi più alti è Milano: nel capoluogo regionale lombardo la retribuzione mensile media nel 2023 è stata di 2.642 euro (ben mille euro in più di tredicesima quindi). Seguono i dipendenti privati di Monza-Brianza con 2.218 euro e i lavoratori delle province ubicate lungo la via Emilia. Ovvero, Parma con una busta paga lorda di 2.144 euro, Modena con 2.129 euro, Bologna con 2.123 euro e Reggio Emilia con 2.072 euro. Nella graduatoria nazionale che include 107 province, la prima realtà geografica del Mezzogiorno è Chieti che occupa il 55° posto con una retribuzione mensile media di 1.598 euro.

Infine, tra le province con le retribuzioni più "leggere" scorgiamo Trapani con 1.143 euro, Cosenza con 1.140 euro e Nuoro con 1.129 euro. Maglia nera a livello nazionale è Vibo Valentia, dove i dipendenti occupati in questo territorio percepiscono uno stipendio mensile medio di soli 1.030 euro. Le differenze retributive tra i lavoratori dipendenti privati del Nord e i colleghi del Sud sono evidentissime: se i primi percepiscono una busta paga di circa 2mila euro lordi al mese, quella dei secondi, invece, sfiora i 1.350. In buona sostanza nel settentrione si guadagna mediamente quasi il 50 per cento in più; pari, in termini monetari, a +8.450 euro lordi all’anno.

Per questo mese di dicembre, ovviamente, lo spread riguarda anche la tredicesima mensilità che viene pagata proprio in questi giorni. E sebbene le gabbie salariali siano state abolite nel 1972, oltre 50 anni di applicazione dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro non ha mitigato le marcate differenze retributive tra le regioni italiane, anche se l’obbiettivo, in linea di massima, è stato raggiunto solo a livello intra-settoriale.