“Meno estetica, più etica: è questo il filo conduttore riscoperto nell’ultimo periodo per l’urbanistica, andando a risanare le storture create fino ad ora". Questo il messaggio lanciato, durante la visita a Foligno, dalle due archistar, Massimiliano e Doriana Fuksas, accolti da una Sala Faloci Pugnani di Palazzo Trinci gremita per la conclusione ufficiale dell’edizione 2024 di Segni Barocchi Festival. Manifestazione da record, che con la Notte Barocca di sabato ha riempito tutta la città, trasformandola in un palcoscenico shakespeariano a cielo aperto e che con la lectio di ieri ha bissato il successo. Tanta infatti era l’attesa e la curiosità sulle due star dell’architettura, che a Foligno hanno firmato la chiesa di San Paolo Apostolo, in via del Roccolo. Realtà che venne costruita a seguito del terremoto del 1997 attraverso un concorso lanciato dalla Cei nel 1998. Chiesa inaugurata nel 2009, come ricordato dal presidente dell’Ente Giostra, Domenico Metelli, nel sottolineare come sulla città ci siano le firme di grandi architetti, a cominciare da Antonio da Sangallo, passando per Girolamo Rainaldi, Carlo Fontana che costruisce la chiesa di Santa Maria della Croce, Carlo Murena con la chiesa della Trinità dell’Annunziata. E poi Fuksas. A salutare gli ospiti i presidenti degli Ordini degli architetti e degli ingegneri, con entrambi che si sono concentrati sul tema della sostenibilità e del futuro delle città. Grandi lodi a Fuksas, ma anche al festival che lo ha riportato a Foligno dopo tanti anni, dall’assessore comunale all’urbanistica, Decio Barili. Il racconto della lectio magistralis di Fuksas è partito dal suo approdo alla Biennale di Venezia del 2000, con il titolo ‘Meno estetica, più etica’. "La strada - ha detto - per cambiare i nostri destini in positivo deve essere questa. Quando mi dicono che andiamo così male, dico che potremmo andare anche bene. Basti vedere Sinner e il suo impegno. Qui a Foligno abbiamo fatto qualcosa di bellissimo, con poche risorse perché c’era una grande spinta. In tutte le città di oggi serve rimettere in piedi la situazione, dopo il disastro che abbiamo combinato, perché negli anni si è costruito troppo e male". Diversi i racconti biografici, come il rapporto con i professori universitari e di liceo, la sua scelta della facoltà e con la madre. "Il pericolo di oggi - ha proseguito Doriana Fuksas - non sono gli architetti ma i personaggi, più rapidi e influenti, che cambiano le nostre vite come Steve Jobs". E sui giovani, il consiglio di Massimiliano Fuksas: "Rischiate".
Alessandro Orfei