REDAZIONE UMBRIA

L’indagine sui dossier a Perugia. La Procura generale attiva la "funzione di sorveglianza"

Politici e vip spiati, Il responsabile dell’ufficio Sergio Sottani fa chiarezza sull’inchiesta "Corretto bilanciamento tra diritto all’informazione e rispetto della presunzione di innocenza" .

L’indagine sui dossier a Perugia. La Procura generale attiva la "funzione di sorveglianza"

Da un lato gli articoli usciti sull’inchiesta che ha visto come indagato un ex cancelliere della Procura della Repubblica di Perugia per accesso abusivo a sistema informatico. Dall’altro l’indagine che l’ufficio diretto da Raffaele Cantone conduce sui presunti dossieraggi. Così il procuratore generale di Perugia, Sergio Sottani, in riferimento al "contenuto di interlocuzioni che sarebbero state intrattenute, all’interno della Procura della Repubblica di Perugia" tra il funzionario e alcuni magistrati "ha attivato le proprie funzioni di sorveglianza sull’attività dei magistrati requirenti del distretto al fine di acquisire ogni elemento utile per consentire, eventualmente, agli organi istituzionalmente competenti di far piena luce sui fatti circostanziatamente segnalati".

Il procuratore Sergio Sottani ricorda l’inchiesta nella quale la procura di Perugia è impegnata, quella sul presunto dossieraggio che ruota intorno alla figura del finanziare Pasquale Striano. "Le indagini – precisa Sottani – hanno definito un quadro che è apparso di tale inaudita gravità da indurre ad una inusuale congiunta richiesta di audizione del procuratore della Repubblica unitamente al procuratore nazionale antimafia ed antiterrorismo". Dunque è stata avviata allo stesso modo "l’attività di vigilanza sui rapporti con gli organi di informazione dei procuratori del distretto che impone a questo procuratore generale di verificare il corretto bilanciamento tra il doveroso diritto dell’opinione pubblica ad essere informata nella fase delle indagini e il rispetto della presunzione di innocenza" per "evitare attacchi strumentali alla funzione giudiziaria e ai magistrati requirenti che la incarnano e, contestualmente, di segnalare agli organi deputati al controllo quelle che potrebbero apparire eventuali anomalie comportamentali nell’esercizio della funzione giurisdizionale".