Oltre duemila firme raccolte in tre mesi da Cgil e Federconsumatori per la campagna “Stop liste d’attesa“, lanciata con l’obiettivo di "monitorare e denunciare i ritardi nell’accesso a visite specialistiche, esami diagnostici e ricoveri oltre i tempi previsti dalla legge". "I nostri gazebo - spiegano Claudio Cipolla, segretario provinciale della Cgil, e Franco Todaro, presidente di Federconsumatori - sono stati presi d’assalto dalle persone che non solo ci hanno messo la firma, ma hanno voluto condividere il loro disagio rispetto alla difficoltà, talvolta impossibilità, di accedere alle prestazioni del servizio sanitario pubblico". Tante le testimonianze raccolte dal sindacato, come quella di una signora di Terni che per una mammografia ha dovuto aspettare oltre un anno per poi vedersi indirizzata verso una struttura privata a Bastardo , quasi impossibile da raggiungere se non con mezzi privati. "Quello della distanza, insieme al nodo dei ritardi, è un enorme problema per le cittadine e i cittadini che devono farsi curare – sottolinea Todaro –Problema che la Regione però sembra voler continuare a nascondere, ignorando un malessere diffuso che è invece palpabile se si va in mezzo alla gente". Cgil e Federconsumatori hanno annunciato che invieranno le duemila firme all’assessore regionale alla sanità, Luca Coletto. "Devono capire che così non si può andare avanti - afferma Cipolla –. Il problema è reale e il successo di questa nostra campagna lo dimostra chiaramente. Ma quella che continuiamo ad osservare, da parte della Regione, è invece una mancanza di chiarezza e di scelte precise e coerenti". Per Cipolla, ad esempio, "è grave l’ennesimo cambio al vertice" dell’Usl 2, con le dimissioni del direttore Massimo De Fino. "Questi continui avvicendamenti dei dirigenti - continua – rendono impossibile un’interlocuzione utile a raggiungere obiettivi concordati". Riferendosi a all’ospedale di Orvieto, la cui mission è ancora "avvolta nel mistero", all’ospedale di Narni-Amelia, la cui costruzione non è ancora partita, e all’ospedale di Terni, che, secondo la Cgil, deve "restare dov’è, con una riqualificazione del quartiere, e deve soprattutto essere finanziato con soldi pubblici, come tutti gli altri"
CronacaListe d’attesa, 2000 firme di rabbia. Cgil e Federconsumatori in trincea