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Le indagini vennero condotte dai carabinieri del Nas
Ha destato molto scalpore la vicenda relativa al caso di listeria presente in un insaccato che, un anno fa, portò alla morte di una sessantenne, Assunta Cammarota, residente nel comune di Città di Castello, zona San Leo Bastia. L’eco mediatica seguita alla notizia (la Procura ha indagato per omicidio colposo il produttore della coppa di suino incriminata, titolare di un’azienda di Arezzo) ha inevitabilmente alimentato paure tra i consumatori. Va per questo chiarito che, il lotto di soprassata in questione (in commercio tra febbraio e marzo 2024) era stato immediatamente ritirato dal mercato. Si parla di circa un quintale di insaccati per i quali era stato emanato il richiamo, col conseguente ritiro dagli scaffali di vendita. La vicenda si trascina dall’ospedale di Città di Castello dove la donna venne ricoverata a seguito di malore e morì un una ventina di giorni dopo fino alle aule di tribunale. La Procura di Perugia in queste ore ha infatti chiesto il rinvio a giudizio del titolare di un’azienda di Arezzo che aveva prodotto l’insaccato. Per i periti incaricati di svolgere ulteriori accertamenti sull’alimento (un medico legale e un esperto in malattie di origine batterica) il decesso della donna "era da ricondursi allo stato settico provocato dall’infezione da listeria". I tecnici Usl 1 avevano prelevato alcuni campioni nell’abitazione della donna e individuato la presenza del batterio nell’insaccato. Le indagini del caso erano state portate avanti dai carabinieri del Nas.