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Lite sul Parco commerciale. Goracci accusa il Comune: "Così si punisce il centro"

Gubbio, l’ex sindaco all’attacco sull’area che sorgerà a Fontecese "Operazione sbagliata e dannosa". Ma è stata ridotta la volumetria.

Confronto aperto sul futuro commerciale e turistico per l’intero territorio eugubino

Confronto aperto sul futuro commerciale e turistico per l’intero territorio eugubino

Dopo l’annuncio dell’accordo tra la Gremat Immobiliare di Città di Castello e la Coop Centro Italia per la costruzione di un nuovo parco commerciale in località Fontecese, a Gubbio, non sono tardate ad arrivare le prime polemiche. A esprimersi sull’accaduto è l’ex sindaco e consigliere comunale Orfeo Goracci, che in una lettera aperta al sindaco Vittorio Fiorucci chiede spiegazioni su quest’ultima decisione.

"Dopo la bruttura degli scavi/sbancamenti interrotti di qualche anno fa – scrive Goracci –, non si era più parlato di quell’operazione secondo me assurda e dannosa. Negli ultimi tempi solo qualche "variantina" di coloro che l’hanno preceduta nel decennio amministrativo in Consiglio Comunale. A suo tempo sono intervenuto più volte sull’argomento anche con atti istituzionali (si rilegga la mia interrogazione in Regione nel settembre 2014 e prese di posizione in Consiglio Comunale), ora mi limito a ribadirle perché credo sia una scelta sbagliata. Per una città di 30000 abitanti e tendente a scendere ci sono già troppi centri commerciali e non tutti godono di grande salute. Una "colata di cemento" era e una colata di cemento resta. Non conosco gli ultimi dettagli del progetto, ma se scompaiono 2/3mila metri quadrati di colata è semplicemente perché la "castroneria" che nulla cambiava per il torrente sottostante nel ricevere le acque piovane, andava rimossa e attenuata, ma il pericolo per residenti e campi sottostanti resta".

Goracci continua nella sua presa di posizione: "Sul piano economico e culturale l’operazione sancirà un ulteriore svuotamento degli interessi e dei flussi dal centro storico all’immediata periferia. Coop (che non lascia un euro a Gubbio come tutte le altre catene) non avrà difficoltà a trasferire l’attività ora presso il centro "Le Mura", ma gli altri operatori che ci sono che fine faranno dopo la probabile partenza del principale polo attrattore? Possibile che non si riesca a capire che ogni "grande" che apre significa "morte" per i più "piccoli"?", chiosa Goracci.

Un argomento delicato, con tante sfaccettature e che sicuramente troverà spazio nel dibattito pubblico e politico delle prossime settimane: è importante conoscere a fondo prima di poter giudicare. La città vuole capire.

Federico Minelli