Finisce lo smart working obbligatorio nella pubblica amministrazione.Il mini decreto proroghe sull’obbligo di lavoro in presenza negli uffici per un dipendente su due è cessato da sabato scorso. Del resto con la lenta riapertura delle attività commerciali e del calo costante dei contagi, anche la necessità di smart working viene meno.
E così uno degli enti locali più importanti dell’Umbria ha già deciso di dare applicazione al decreto, riportando da lunedì gli impiegati in ufficio con un minimo del 50% in presenza. Fino adesso infatti la norma prevedeva che il limite massimo dell’orario in ufficio fosse del 50%, ma in alcune Unità operative già da questa settimana si è tornati addirittura al 75%. "Stiamo ragionando con attenziione per ripotare gradualmente il personale nelle sedi – conferma l’assessore al Personale della Giunta di Palazzo Doni, Paola Agabiti – ma non sarà un rientro in massa. Abbiamo avviato un confronto complessivo con i dirigenti dei diversi servizi, proprio perché ognuno di essi ha caratterische diverse. Quindi - precisa l’assessore – la valutazione sarà fatta ufficio per ufficio, tenendo conto di fattori come il distanziamento, la strategicità e le necessità del servizio. Anche perché questo è un intenso periodo, basti pensare alla programmazione del Pnrr". La Regione conta attualmente 1.050 dipendenti e se in alcuni uffici fino a venerdì scorso si lavorava 6-12 ore a a settimana in ufficio e e 24-30 a casa, adesso delle 36 ore settimanali 18 saranno in smart working, le altre in presenza.