ALESSANDRO ORFEI
Cronaca

Lo strazio della famiglia: "Il nostro Salvatore era un uomo perbene. Faceva una vita tranquilla"

L’operaio era arrivato in Umbria durante il terremoto del ’97 per lavorare alla ricostruzione. L’avvocato Alberto Onori: "Per i suoi affetti più cari è stato un fulmine a ciel sereno". .

Foligno (Perugia), 11 novembre 2024 – "La famiglia è incredula, è stato un fulmine a ciel sereno". L’avvocato Alberto Onori è il legale della famiglia di Salvatore Postiglione, il muratore ucciso giovedì mattina in un cantiere con più di 13 coltellate. Sarà lui a seguire gli interessi della famiglia in un momento tragico come questo.

"Salvatore era una persona perbene, un cliente modello, sempre propositivo. Siamo in attesa degli sviluppi, al momento non emerge nessun tipo di motivazione, non c’è niente che possa far pensare a chissà cosa", dice l’avvocato Onori che, nel frattempo, ha provveduto a nominare un perito di parte che parteciperà, per la famiglia, all’autopsia.

La salma è ancora a disposizione dell’autorità giudiziaria ma intorno alla metà della prossima settimana sarà eseguito l’esame autoptico e per la famiglia ci sarà il dottor Sergio Scalise Pantuso. Postiglione avrebbe anche espresso la volontà di essere cremato, quindi l’autopsia dovrà essere eseguita quando non ci saranno altri esami da fare sul corpo.

Lo strazio della famiglia: "Il nostro Salvatore era un uomo perbene. Faceva una vita tranquilla"
Un momento dei rilievi sul luogo dove l'uomo è stato ucciso. L’operaio era arrivato in Umbria durante il terremoto del ’97 per lavorare alla ricostruzione dopo il terremoto

Le coltellate ricevute da Postiglione sono state numerose, sicuramente più di 13, laterali e allo stomaco. Una furia omicida difficile da immaginare, ai danni di un uomo che i più descrivono come tranquillo. Il suo arrivo a Foligno, con la famiglia, è databile al periodo del terremoto del ’97, per lavorare alla ricostruzione.

Da lì era diventato un punto di riferimento dell’azienda edile in cui era stato assunto. Postiglione lascia la moglie e due figli, Francesco Pio di 18 anni e Angelo di 16.

"Non era conosciutissimo tra i lavoratori edili di origini campane – dice chi frequenta quel mondo – faceva una vita tranquilla, riservato, preferiva non uscire e rimanere con la famiglia a casa". Sicuramente molto dedito alla famiglia, come dimostra il profilo social di Postiglione, dove si vedono moltissime foto della famiglia. Famiglia che ieri ha ricevuto anche visite e chiamate dai colleghi di Salvatore e dagli amici, per stringersi intorno alla moglie e ai figli in questo momento di tragedia.

La città è sconvolta di fronte ad un efferato fatto di sangue come questo. Dopo le prime ore di disorientamento e stupore, è subentrato uno stato d’animo di preoccupazione. Un delitto di tale violenza, in una zona trafficatissima e in un orario in cui potevano transitare in tanti è qualcosa che ha fatto riflettere. E la memoria è corsa ai precedenti, come quello di 12 anni fa della badante ucraina ritrovata con il cranio spaccato e riversa in uno scatolone, proprio nella zona della Paciana. Oppure l’omicidio di via Saffi, nel 2012, con un ragazzo di 25 anni di origini polacche, ucciso a colpi di cacciavite.