Leggero calo dell’inflazione mensile, ma ancora prezzi in crescita rispetto a un anno fa. L’Ufficio Statistica del Comune di Perugia ha reso noti i dati degli indici dei prezzi al consumo nel capoluogo, rilevando aumento del tasso tendenziale annuo dell’1,1 per cento (in Italia 1,3), mentre una leggerissima flessione di quello congiunturale mensile dello 0,1 per cento.
I rincari più importanti ancora una volta per prodotti alimentari, bevande alcoliche e tabacchi (+1,7 e + 2,3%), ma anche spettacoli e cultura sono aumentati del 2,5 per cento su novembre 2023. Le spese per istruzione sono addirittura aumentate di 5 punti, quelli di alberghi ristorazione del 3 per cento. Nel dettaglio va registrata la diminuzione del costo di pasta e riso, frutta, zucchero (-19%) e del pesce fresco. Mentre sono tornati a correre i prezzi di burro (+24,2), oli grassi e olio d’oliva (+10,2 per cento rispetto a un anno fa), verdure, caffè e tè (+ 19,8%).
Poi c’è il costo di idraulici ed elettricisti che cresce tra 5 e 10 punti, mentre energia elettrica e gas sono diminuiti (-10,8 e -3,6%) così come la benzina e il diesel nella stessa percentuale. A novembre, ricorrenza dei defunti, il prezzo di piante e fiori, è aumentato del 12,2%, quasi venti in più per i servizi sportivi e ricreativi. Infine il menù in pizzerie e ristoranti è aumentato di un altro 2,6 per cento, quello degli alberghi e simili del 5,4 per cento (probabile effetto Eurochocolate). L’Unione consumatori stima che questi aumenti costeranno 270 euro in più a ogni famiglia perugina, anche se stavolta l’inflazione nel capoluogo è tra quelle meno pesanti.
In testa alla graduatoria c’è infatti, Bolzano dove l’inflazione tendenziale annua è pari a +2,1%, la più alta d’Italia, si traduce anche nella maggior spesa aggiuntiva annua, equivalente a 608 euro per una famiglia media. Medaglia d’argento per Roma, che risente evidentemente dell’effetto Giubileo e che, avendo la seconda inflazione più elevata del Paese ex aequo con Genova, Siracusa e Macerata, +2%, ha pure il secondo maggiore incremento di spesa annuo, pari a 518 euro a famiglia. Le città più virtuose sono Forlì-Cesana, dove con +0,4%, l’inflazione più bassa d’Italia, si ha un aumento annuo di 109 euro.
M.N.