
Il celebre doppiatore-attore al Lyrick di Assisi il 17 aprile con una mega orchestra. Ecco “Soundtracks“, viaggio nelle colonne sonore
Un viaggio tra colonne sonore indimenticabili, per celebrare i più grandi compositori di musica per il cinema. Con una voce d’eccezione, quella di Luca Ward, amatissimo attore e doppiatore. E adesso protagonista di “Soundtracks” (nelle foto), lo spettacolo in scena giovedì 17 aprile alle 21 al Lyrick, insieme a un’orchestra di oltre quaranta muicisti, diretta da Paolo Annunziato, per trasportare il pubblico nel meraviglioso mondo della settima arte (biglietti su TicketOne e TicketItalia).
Come sarà lo spettacolo? E quale il suo ruolo?
"Io introdurrò i vari brani musicali e racconterò aneddoti divertenti e coinvolgenti legati al film o alle idee del compositore. Sarà come un backstage delle colonne sonore, che verranno eseguite da una mega orchestra di giovani bravissimi. Le rifanno in maniera perfetta, sembrerà di essere in sala".
E come avete scelto le colonne sonore?
"Siamo andati dritti su quelle più potenti, quelle dei film più iconici, spesso diventati cult movie grazie alle colonne sonore. Ci sono tutte le melodie immortali di John Williams, Hans Zimmer, Nino Rota, Alan Silvestri".
Le sue preferite?
"Ovviamente “Il Gladiatore“, ma anche “2001 Odissea nello spazio“, attualissimo con il tema dell’intelligenza artificiale. E poi “C’era una volta in America“, adoro Sergio Leone. Nello spettacolo ci sono insieme a tante altre".
Come si diventa un doppiatore così celebrato?
"In ogni personaggio che faccio, c’è sempre qualcosa di Luca, è innegabile. E poi c’è la predisposizione, l’attenzione agli spettatori, li immagino al cinema che non vedono l’ora di vedere un film e di emozionarsi. Anche se, purtroppo, le sale stanno sparendo..".
A volte serve la creatività?
"Beh, penso subito all’intuizione della dialoghista Fiamma Izzo ne “Il Gladiatore“. In originale la frase era “Al mio segnale scatenate i cani“ che voleva dire poco o niente.. Lei l’ha trasformata in “Al mio segnale scatenate l’inferno“...".
E chi ha amato di più doppiare?
"Tra i tanti cult, dico “Il Corvo“ e 077, perché riuscire a doppiare Pierce Brosnan come James Bond è un punto d’arrivo. E il Russell Crowe de “Il gladiatore“, ca va sans dire..."".
E’ anche attore...
"Ho cominciato a 3 anni nei grandi sceneggiati Rai, il destino mi ha fatto continuare. Io mi sono formato nei teatri e negli studi tv, il doppiaggio è venuto dopo".
Un ricordo legato all’Umbria?
"La visitavo in camper, era il posto più bello e più vicino a Roma. E ricordo che tanti anni fa, passando vicino Assisi, vidi un cantiere con un teatro in costruzione, il Lyrick. Mai avrei pensato di venirci a recitarci e invece ci sono già stato una decina di volte con i miei spettacoli e i miei musical".