REDAZIONE UMBRIA

’Lucigrafie’, in 500 al film sulla Festa dei Ceri

Grande partecipazione alla proiezione nel chiostro di San Pietro. Firmato un accordo per la valorizzazione del patrimonio immateriale

Oltre cinquecento persone hanno partecipato, con profondo coinvolgimento, alle proiezioni, nel chiostro di San Pietro, del film sperimentale "Lucigrafie" con il quale, il regista Francesco De Melis ha raccontato lo scorso quindici maggio privato dall’epidemia sanitaria della "Festa dei Ceri". Un lavoro di grande sensibilità, quasi una "forma di risarcimento", che ha saputo esprimere e documentare, con le immagini valorizzate dalle risorse della tecnologia, l’"ansia" di una giornata vissuta con intima sofferenza nella costante, affannosa ricerca di luoghi, sensazioni, immagini, riti che appartengono ad un patrimonio unico ed insopprimibile. La "folla", la vitalità dell’"alzata", la frenesia e lo sforzo della corsa "inseguite" e ricercate nel "deserto" delle vie e piazze, dei "buchetti", degli "stradoni", del chiostro della Basilica. Ricerca ansiosa che si placa dinanzi alla facciata del Palazzo dei Consoli che riverbera, quasi espulse dalle pietre secolari, le immagini dei "Ceri" nel pieno della loro vitalità. Una riflessione artistica di enorme valore, quella firmata dal regista De Melis, che ha emozionato tutti.

Il regista, nella sua introduzione, richiamando la poesia "Ombra" del marchigiano Serpilli, ha parlato del desiderio degli eugubini di dar vita alla "festa", che quest’anno come un’ombra li ha seguiti sempre, senza lasciarli mai. Quanta verità! "Con questo film – ha concluso De Melis – celebriamo dunque l’ombra, il fervore del desiderio, che abbiamo voluto amplificare nella trasparenza del grande affresco digitale che da stasera abita tra i fotogrammi di un film sull’assenza". All’inizio della proiezione l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale e il Comune hanno siglato una lettera d’intenti, impegnandosi, tra l’altro, nella "identificazione, ricerca e documentazione del patrimonio demoetnoantropologico e immateriale" e nella "progettazione e realizzazione di attività espositive e di installazioni visive temporanee di tipo immersivo, aventi per oggetto il patrimonio culturale immateriale", esteso, come precisato dal sindaco Stirati, "dai saperi artigianali alla definizione del paesaggio, dalla creatività artistica alla cultura alimentare fino alle pratiche festive e devozionali". Alla "prima", con il Sindaco Stirati, c’erano Leandro Ventura, Stefania Baldinotti, Luca Ruzza, progettista della Open Lab Company, e Patrizia Nardi, responsabile della Rete delle Macchine a spalla.

g.b.