SARA MINCIARONI
Cronaca

L’ultimo saluto a Giada Coppola. Lacrime al funerale della giovane morta per un malore improvviso

Coetanei, ex compagni di scuola, contradaioli del Terziere: tutti si sono stretti nell’abbraccio alla famiglia della ventunenne. Una tragedia che ha scosso l’intera comunità di Città della Pieve.

Giada Coppola avrebbe compiuto a breve 22 anni. Ieri pomeriggio l’addio in una chiesa gremita

Giada Coppola avrebbe compiuto a breve 22 anni. Ieri pomeriggio l’addio in una chiesa gremita

In tantissimi ieri pomeriggio hanno voluto portare l’ultimo saluto a Giada Coppola, la giovanissima di Città della Pieve morta giovedì a seguito di un malore improvviso. Non solo tanti coetanei, ex compagni di scuola e contradaioli del Terziere, ma un’intera comunità che si è stratta al dolore dei genitori e del fratello. E oltre a loro che conoscevano Giada e le volevano bene, o che hanno incrociato in qualche modo la sua strada, c’erano anche sconosciuti, persone dei paesi vicini e non solo, che hanno letto la sua storia e commossi hanno voluto portare solidarietà alla famiglia.

"Giada non poteva essere salvata. Quello che le è accaduto non era prevedibile e i medici che l’hanno incontrata nelle ultime ore del suo calvario non avrebbero potuto fare di più. Ora dobbiamo trovare la forza di salutare il nostro angelo, deve solo riposare in pace", queste le parole con cui Barbara Strippoli ha spiegato a La Nazione quello che i medici le hanno riferito dopo l’esame clinico sul corpo di sua figlia, ventidue anni da compiere a breve, morta in seguito ad un malore improvviso.

"Ci hanno spiegato – ha raccontato ancora la donna – che si è trattato di una embolia polmonare massiva, legata ad una condizione genetica del sangue. Probabilmente una trombofilìa ereditaria che comporta una maggiore tendenza del sangue a formare coaguli. Qualcosa che era impossibile da prevedere e da diagnosticare e che è stata scatenata dall’assunzione di eparina che Giada ha preso dopo l’intervento al ginocchio. Purtroppo la trombofilia non manifesta alcun sintomo – spiega ancora la mamma – fino allo sviluppo dei sintomi gravi e il farmaco che Giada stava assumendo per evitare una trombosi potrebbe aver aggravato la situazione attivando i trombi".

Ieri in chiesa, tra le braccia di mamma e papà anche il fratellino che da vero eroe le ha praticato il massaggio cardiaco cercando di salvarla, in quei momenti drammatici prima del volo in elicottero verso l’ospedale di Perugia. Tutto era iniziato poco più di una settimana fa, con una febbre durata giorni, bollata come influenza. La visita in pronto soccorso per il vomito incessante e disturbi gastrointestinali che l’avevano disidratata. E poi quell’intervento ortopedico cui Giada si era sottoposta a fine gennaio, in una clinica privata convenzionata, in Emilia-Romagna. Ma quando venerdì è arrivata all’ospedale del capoluogo dopo il trasporto in elisoccorso da Moiano, frazione di dove la ragazza viveva con i genitori e il fratello, per lei non c’era già più nulla da fare.