
Redditi ancora bassi in Umbria, e l’inflazione non aiuta a recuperare il potere d’acquisto
La popolazione invecchia, si riduce numericamente, e per di più ha una manovra di spesa piuttosto ridotta. Umbria terra per pochi e poveri, verrebbe da dire sintetizzando in uno slogan i dati presentati dal Centro Studi Guglielmo Tagliacarne e Unioncamere. L’Umbria sta cercando di tenere il passo con il resto d’Italia in termini di reddito familiare. Ma i numeri raccontano una storia di crescita insufficiente, con un divario che si allarga rispetto alle regioni del Nord.
Secondo un’analisi dettagliata del Centro Studi Guglielmo Tagliacarne e Unioncamere, basata sui dati 2023 del reddito disponibile delle famiglie, l’Umbria ha registrato un aumento dell’11,3% tra il 2021 e il 2023, in linea con la media nazionale. Tuttavia, questa crescita non basta a colmare il gap con le regioni settentrionali, dove il reddito pro-capite è significativamente più alto e la crescita più robusta.
Mentre il Nord Italia avanza a ritmi sostenuti, con province come Milano e Bolzano che dominano la classifica, l’Umbria fatica a competere. La provincia di Perugia, con un reddito disponibile pro-capite di 22.204 euro nel 2023, si colloca al 45° posto nella classifica nazionale, mantenendo una posizione stabile rispetto al 2021. Il reddito complessivo delle famiglie perugine è passato da 12,66 miliardi di euro nel 2021 a 14,17 miliardi nel 2023, con un incremento dell’11,9% (il 38simo incremento tra le province italiane). Tuttavia, il reddito pro-capite resta inferiore rispetto a quello di molte province del Nord, come Milano (34.885 euro) e Bolzano (31.160 euro). Perugia non riesce a competere con le aree più dinamiche del Paese, dove il reddito cresce a ritmi più sostenuti e il potere d’acquisto delle famiglie è significativamente più alto.
Uno dei fattori che contribuiscono a ridurre il divario è rappresentato dai trasferimenti pubblici, che nel Mezzogiorno incidono per il 40% sul reddito delle famiglie, rispetto al 35% della media nazionale. Tuttavia, in Umbria, l’impatto di questi trasferimenti è meno significativo, contribuendo a mantenere il reddito disponibile su livelli più bassi rispetto alle regioni.
Silvia Angelici