Da queste parti non fa quasi più notizia che ci siano tante donne ai vertici delle istituzioni regionali. La prima volta fu 24 anni fa con Maria Rita Lorenzetti, eletta governatrice di centrosinistra a larga maggioranza. E da allora nessun uomo è tornato a guidare la Regione: a tutti quelli che si sono candidati contro le donne sia di destra che di sinistra (Catiuscia Marini e Donatella Tesei nella fattispecie), è andata male. E l’elezione di ieri allora è stata solo una conferma di questo primato: ben tre le donne elette alla presidenza dell’Assemblea legislativa dell’Umbria. Un altro record. In pratica è una guida tutta al femminile quella della Regione Umbria nella legislatura appena cominciata. Un quadro che si è delineato con l’elezione dei vertici dei vari organismi. Presidente della Giunta regionale è infatti Stefania Proietti, civica già sindaca di Assisi. Con lei nell’Esecutivo anche l’assessora Simona Meloni, la più votata del Pd nelle ultime consultazioni. Per guidare l’Assemblea legislativa è stata poi scelta Sarah Bistocchi, Pd. Sue vice sono Paola Agabiti, assessora nella precedente Giunta di centrodestra, e Bianca Maria Tagliaferri, Umbria domani, già dirigente scolastica. E portavoce dell’opposizione in Assemblea sarà Donatella Tesei (nella foto), leghista, ex presidente della Regione. Con lei è la prima volta nella storia dell’Istituzione umbra che una ex governatrice o governatore siede sui banchi dell’opposizione.
Ma va pure aggiunto che l’Umbria è l’unica regione italiana che supera il 40% di presenze femminili nel Consiglio regionale. Altro record. Sono infatti nove le donne in Aula in questa tornata, su un totale di 21 consiglieri (42,8%). Ma nella nostra regione l’Istat ha da poco rilevato che c’è un risultato lievemente migliore anche per la quota di donne elette nei Consigli comunali dell’Umbria, che si attesta al 39,1 per cento nel 2023, oltre 5 punti percentuali in più rispetto al Centro e all’Italia, avvicinandosi alla soglia del 40 per cento di donne (o di uomini), che definisce la fascia di equilibrio intorno alla parità di genere. Gli squilibri nella composizione dei consigli comunali sono più marcati nella provincia di Perugia (37,8 per cento) e meno a Terni (41,4 per cento), dove si registra l’incremento più accentuato rispetto al 2019 (+10,3 punti percentuali, contro i +4,3 punti a Perugia). A livello nazionale si osserva invece un quadro stazionario.