REDAZIONE UMBRIA

L’Università per Stranieri celebra il centenario . Libro sulla storia di un Ateneo aperto al mondo

Per celebrare i suoi cento anni di attività, l’Università per Stranieri presenta oggi un bel volume, edito da Treccani, che...

Per celebrare i suoi cento anni di attività, l’Università per Stranieri presenta oggi un bel volume, edito da Treccani, che...

Per celebrare i suoi cento anni di attività, l’Università per Stranieri presenta oggi un bel volume, edito da Treccani, che...

Per celebrare i suoi cento anni di attività, l’Università per Stranieri presenta oggi un bel volume, edito da Treccani, che ripercorre la missione istituzionale dell’Ateneo, dalla nascita all’odierno ruolo internazionale. "L’Università per Stranieri di Perugia: storia di un ateneo aperto al mondo“ è il titolo della ricca raccolta di saggi sul percorso istituzionale, politico-diplomatico, culturale e formativo compiuto dall’Ateneo dal 1921 ad oggi, pubblicato da Treccani a cura di Salvatore Cingari, Valerio De Cesaris, Gabriele Rigano e Roberto Vetrugno. L’opera viene presentata oggi alle 17.30 nell’Aula Magna di Palazzo Gallenga - anche con diretta streaming – con interventi della sindaca Vittoria Ferdinandi, di Marina Sereni, già viceministro degli Affari Esteri e di Alessandro de Pedys, ministro plenipotenziario e direttore generale per la Diplomazia pubblica e culturale del Maeci. Coordina Giovanni Parapini, direttore Rai Umbria. Con questo volume l’UniStranieri celebra così un centenario che tesse insieme i suoi diversi momenti fondativi: i corsi di alta cultura inaugurati nel 1921 e quelli di lingua e cultura italiana avviati l’anno dopo, primo embrione di quella che sarebbe diventata con i decreti del 1925 e 1926 la Regia Università Italiana per Stranieri. È stata proprio la complessa origine dell’istituzione e il suo specifico mandato ad aver stimolato una riflessione critica di ampio raggio, che ripercorre la storia e il ruolo dell’Università nella realtà italiana degli anni in cui è nata, e in primo luogo il suo rapporto con il regime fascista. Si coglie poi l’importanza, dopo la liberazione del 1944, della reggenza dell’antifascista Aldo Capitini, il discorso che il rettore Carlo Sforza, al tempo ministro degli Esteri, pronunciò nel 1948 a Palazzo Gallenga su “Come fare l’Europa?” e il rapporto con Maria Montessori e il portato pedagogico, basato sui valori della pace, dell’integrazione e della tolleranza.