REDAZIONE UMBRIA

"Mai avuto uno sciopero ’contro’". Arvedi scrive ai lavoratori di Ast

Il presidente si rammarica delle proteste e ricorda: "Abbiamo rilevato un’azienda industrialmente in fallimento"

"Mai avuto uno sciopero ’contro’". Arvedi scrive ai lavoratori  di Ast

Giovanni Arvedi, presidente di Acciai speciali Terni

"Non ho mai avuto uno sciopero in disaccordo con il nostro lavoro". Lo scrive il presidente di Ast, Giovanni Arvedi, nella lettera personale e recapitata a mano a tutti i dipendenti di Arvedi-Acciai speciali Terni e Tubificio. Una missiva in cui Arvedi manifesta disappunto per gli scioperi, indetti dai sindacati territoriali dei metalmeccanici che chiedono lumi sul piano industriale, arenatosi sui ritardi dell’ accordo di programma, e ricorda di aver rilevato, due anni e mezzo fa, "un’azienda industrialmente in fallimento". "Tanti anni di lavoro – si legge ancora nella lettera –, grazie al Signore, mi hanno sempre dato la Grazia, nelle nostre aziende, di assumere personale e mai licenziarlo. Lo sciopero è un atto che di principio è ben accettato, ma in pratica è un danno reale per tutti, che implica un atteggiamento contrario alla gestione dell’azienda che vede non condiviso sufficientemente il suo lavoro e la sua cosciente responsabilità"

"Nel 2022 abbiamo assunto la responsabilità di Ast – continua il cavalier Arvedi –, un’azienda industrialmente in fallimento: i bilanci degli ultimi dieci anni sono ben conosciuti e mostrano le perdite e la presenza d’investimenti inesistenti. La società AAst è industrialmente sbilanciata, può produrre 1.300.000 tonnellate di acciaio liquido e coils a caldo ma solo 600-700mila tonnellate di laminato a freddo che è il prodotto che si vende. AAst è una grande azienda ma se non ha il volume ad essa proporzionato non può andare avanti se non con delle transitorie rivalutazioni sul prezzo dei materiali. Aast ha bisogno di rapidi investimenti, con priorità alla competitività dell’attuale processo, del mix di prodotti e della qualità del prodotto stesso". "Questo è il nostro doveroso e responsabile pensiero e programma di azione che non toglierà mai un euro al patrimonio della società Aast, il cui obiettivo si raggiunge con il lavoro degli operai e di tutti coloro che lavorano con dedizione e partecipazione al futuro dell’azienda", continua la lettera. Quindi il cavaliere si fa dubbioso, prima di garantire il futuro industriale. "Ora si pone a noi in coscienza – scrive ancora Arvedi – il dubbio di come sia condiviso il nostro lavoro e la nostra attività in Aast. Vi allego quanto fatto fino ad ora e in realizzazione e quanto intendiamo fare rapidamente in Aast in un avveduto programma di priorità, affinché essa possa avere il futuro che merita".

Stefano Cinaglia