Carenza di organico nel distretto della Corte d’appello di Perugia. Ma anche le riforme di legge nel settore giustizia e le novità introdotte che si scontrano con la loro applicazione quotidiana. Il presidente Giorgio Barbuto, come il procuratore generale, nei loro interventi hanno toccato questi argomenti, alla cerimonia inaugurale dell’anno giudiziario. Sulla carenza di personale si è incentrato il presidente Barbuto, rilevando che, in questa condizioni di sofferenza "è difficile assicurare un funzionamento dignitoso". È, dunque, "assolutamente necessario attivare un piano di assunzioni che faccia arrivare nei nostri Uffici assistenti, cancellieri, nonché procedere alla stabilizzazione di un adeguato numero di funzionari dell’Ufficio per il processo". "Diverse risultano invece - ha aggiunto - le criticità legate alla carenza di personale amministrativo: la già notevole percentuale di scopertura con riguardo al personale a tempo indeterminato, pari al 43,86 % per la sola Corte di appello, è destinata ad aumentare in ragione dei prossimi, imminenti, pensionamenti; va, inoltre, evidenziata la grave carenza di figure tecniche da adibire ai servizi attinenti l’edilizia, la contrattualistica, la contabilità". "Pur operando nel contesto deficitario di risorse umane, il Distretto di Perugia è riuscito a mantenere la propria immagine di Ufficio giudiziario virtuoso".
Il pg Sottani si è focalizzato sul processo penale telematico, una "sfida" affrontata senza risorse aggiuntive. "Alla segnalazione delle molte, troppe, carenze del nuovo applicativo ministeriale, si è sempre affiancata la contestuale proposta di concrete soluzioni". "Sin dal febbraio 2022, gli uffici requirenti umbri si interrogano sull’utilizzo dei sistemi di Intelligenza artificiale - ha aggiunto ancora - La direzione imboccata è chiara: rifiuto della giustizia predittiva, assoluta centralità del giudizio umano ed estrema cura nella riservatezza del dato. Netta opposizione a qualsiasi forma di turbo liberismo tecnocratico. Massima osservanza delle indicazioni del Regolamento Europeo del giugno 2024, che qualifica ad ‘alto rischio’ l’uso dell’Ia nella decisione giudiziaria". Mentre sulle riforme: "La risposta meramente repressiva, frutto di una cultura panpenalistica, che pensa di risolvere i problemi innalzando le pene o introducendo nuove fattispecie criminali, come testimoniato dall’introduzione, solo nell’ultimo biennio, di molti nuovi reati e di svariati inasprimenti di pena, è ispirata inevitabilmente da una concezione carcerocentrica" che, ha sottolineato, dimentica l’aspetto rieducativo della pena.