Una iniziativa dietro alla quale si celavano nostalgici titini. Questo il motivo del diniego del patrocinio del Comune di Foligno all’iniziativa dell’Anpi dei giorni scorsi, che voleva celebrare a Colfiorito l’ottantesimo anniversario della fuga dei prigionieri dalle Casermette, un campo di internamento e concentramento dal 1939 al 1944. A spiegarlo è stato direttamente il sindaco Stefano Zuccarini nel consiglio comunale di venerdì scorso, in sede di comunicazione, rispondendo alla consigliera dem Rita Barbetti che, nel suo intervento, ha rilanciato la tematica chiedendo spiegazioni sul diniego e sulla motivazione addotta agli organizzatori. "Abbiamo chiesto degli approfondimenti noi su alcune tematiche – ha detto il sindaco Zuccarini – e nel frattempo questa richiesta ha portato allo scadere dei termini. Ciò non toglie che l’iter avrebbe portato ad un diniego, dovuto al fatto che tra i partecipanti e promotori all’iniziativa ci sia stato lo Jugocoord, organizzazione nostalgica della Jugoslavia comunista e addirittura negazionista delle foibe". Zuccarini ha inoltre specificato come tra gli ottanta evasi slavi ce ne fosse anche uno che si sia poi ‘distinto’ per l’omicidio di due sacerdoti folignati e che questo tipo di iniziative, sotto la sua sindacatura, non troveranno mai l’ok al patrocinio. La questione aveva acceso il dibattito nei giorni scorsi. L’incontro doveva essere previsto nel Museo del Parco di Colfiorito, ma "l’assenza di autorizzazione per necessità di approfondimenti – recitava la nota ufficiale di Anpi – ha costretto gli organizzatori a ripiegare in una sala messa generosamente a disposizione dalla parrocchia di Colfiorito". Barbetti, nel suo intervento, aveva messo in luce i tempi tecnici tra l’istruttoria e il diniego e ha specificato che sul tema ha presentato due accessi agli atti, uno sull’evento Anpi e l’altro su quello dell’associazione ‘Umani’. Stesso fine settimana ma sorti diverse quanto a patrocinio, no all’Anpi e sì ad Umani. Documenti che, nel corso del consiglio, Barbetti ha confermato di non aver ancora ricevuto, pur essendo scaduti i termini.