Affrontare il tema della nutrizione clinica nei percorsi di cura attraverso un ripensamento della ristorazione ospedaliera è il focus del convegno che si è svolto ieri nella sala Montalcini dell’Azienda Ospedaliera di Perugia. Il convegno dal titolo “Malnutrizione: un’insidia sommersa” è stato organizzato dal Servizio di Nutrizione Clinica e Dietetica, diretto da Simone Pampanelli, medico endocrinologo e specialista in nutrizione.
"La malnutrizione ospedaliera rappresenta un importante problema per i pazienti ricoverati e per gli ospedali – spiega –. I pazienti malnutriti presentano maggiori infezioni, sono soggetti a maggiori cadute, ulcere da pressione e una guarigione più lenta delle ferite. Le evidenze scientifiche ci dicono che la ristorazione ospedaliera è riconosciuta come parte integrante della terapia clinica è il primo e più economico strumento per il miglioramento dello stato di salute. Durante il ricovero, i pazienti raramente sono monitorati dal punto di vista nutrizionale: il peso viene rilevato solo nel 15% dei casi e l’altezza, perlopiù riferita, in circa il 20%. Le cause della malnutrizione ospedaliera sono molte: il digiuno prolungato dei pazienti per esecuzione esami, cibo poco palatabile spesso scelto dal personale e non dal paziente, prescrizioni dietetiche non appropriate, ma soprattutto mancato rilevamento del rischio nutrizionale da parte di tutti i sanitari (60-70% dei casi). Riconoscere la malnutrizione con una diagnosi e un trattamento precoce, - afferma Pampanelli - consente di migliorare la vita del paziente e avere risultati clinici migliori".