Marielle Soethe si è difesa. Ha graffiato il suo assassino nel tentativo di opporsi alla violenza di un’aggressione che il procuratore della Repubblica, Raffaele Cantone, ha definito "brutale". Il suo tentativo non è bastato a salvarle la vita, ma, secondo gli investigatori, avrebbe permesso di incastrare il presunto responsabile. Cristian Francu, 50enne vicino di casa della settantenne tedesca, è stato arrestato dai carabinieri su disposizione del giudice per le indagini preliminari di Perugia, che ha accolto la richiesta della Procura, formulata sulla scorta dei gravi indizi emersi nel corso delle indagini. Indagini che hanno avuto un’accelerazione, ritenuta decisiva, negli ultimi mesi, grazie ai riscontri tecnici e scientifici che, per l’accusa, hanno aggravato la posizione del Francu, già da tempo indagato e, a maggio scorso, sottoposto a una perquisizione. I residui di pelle da cui è stato estratto il dna e poi riscontri tecnici che darebbero certezza della presenza dell’uomo nei pressi della casa della vittima, anche se le loro abitazioni distano una manciata di metri. Venerdì è previsto l’interrogatorio di garanzia dell’indagato. Francu potrà fornire la sua versione dei fatti per contestare, o meno, la ricostruzione che lo vede presunto resonsabile di violenza sessuale ed omicidio. Che Marielle fosse stata uccisa da qualcuno che conosceva era emerso rapidamente dalle indagini. Nessun segno di effrazione, a indicare che la donna doveva aver aperto all’assassino e quelle tapparelle abbassate per far pensare che potesse essersi assentata, rallentando così la scoperta del cadavere, avvenuta l’1 dicembre del 2022, quasi un anno fa, mentre il delitto è stato collocato al 25 novembre. Di quella giornata, gli investigatori hanno ricostruito gli spostamenti dell’indagato, partendo dal suo cellulare sequestrato alcuni mesi fa, arrivando a ritenere che l’uomo fosse a casa della vittima in orario compatibile con il delitto.
Luca Fiorucci