Una storia femminista, di impegno per gli altri e di lotta contro le disuguaglianze. Martina Leonardi è la candidata di Insieme per un’Umbria Resistente, la lista che riunisce Potere al popolo e Partito comunista italiano.
Come nasce la sua candidatura?
"Sosteniamo che ci sia bisogno di politiche vere, oltre la destra o i partiti degli affari. Io ho deciso di candidarmi per mettere a frutto competenze ed esperienze acquisite e maturate in anni di lotte e di impegno per la nostra regione. Grazie alla lista di Potere al Popolo e Partito comunista italiano, con esponenti della società civile, del sindacato di base e dei comitati territoriali vogliamo lottare per una società equa e giusta dove siano cancellate le disuguaglianze sociali ormai diventate sempre più macroscopiche. Io sono una educatrice, mi confronto con realtà familiari quotidianamente. So quanto ci sia bisogno di abbattere le barriere e far vivere serenamente nella società".
La sua è una storia e un impegno anche di lotta alle discriminazioni?
"Sono una transfemminista e il mio impegno fondamentale è per la tutela delle donne e delle minoranze. Io stesso sono vittima di una discriminazione. Sono stata demansionata a seguito della seconda maternità. So quanto sia fondamentale, per affrontare questa situazione la formazione scolastica e professionale. La mia storia è anche oggetto di un capitolo di ‘Donne che sfidano la tempesta’ di Mirta Merlino e voglio essere un esempio per chi si è trovata nella mia posizione".
Sanità, qual è la sua posizione?
"In Umbria è fondamentale perché centrosinistra e centrodestra hanno depotenziato quello che era un fiore all’occhiello. Siamo infatti basiti della posizione del campo largo sulla sanità, la responsabilità della situazione attuale è di entrambi. È fondamentale eliminare l’aziendalizzazione e i finanziamenti a tutto quello che è sanità privata. Dobbiamo resistere alla deriva di piani assicurativi sulla pelle dei cittadini, tendenza adottata persino da Legacoop. Sia centrodestra che centrosinistra stanno andando verso chi cura solo chi può permetterselo. Vogliamo anche riaprire gli ospedali depotenziati come Gubbio, Orvieto e Spoleto e tutti gli spazi di sanità territoriale smantellati".
I diritti delle donne nel suo programma?
"Hanno un ruolo primario. Con il centrodestra siamo tornati al medioevo come la legge per la Ru486 o la legge sulla famiglia che descrive un mondo antico. Noi siamo per la completa autodeterminazione delle donne. Siamo per la somministrazione nella pillola nei consultori o per la somministrazione a domicilio. Siamo per tutelare ogni tipo di relazione e non discriminare le famiglie".
Autonomia differenziata, pro o contro?
"Contro. Per noi rappresenta solo il culmine di un processo di distruzione dei diritti e dell’uguaglianza sociale che ha coinvolto tutti i governi degli ultimi vent’anni senza distinzione politica".
Alessandro Orfei