
Un frame del video delle indagini condotte dalla Guardia di finanza a Città di Castello
Fuori c’era l’insegna di un centro massaggi, ma i clienti che entravano erano per lo più uomini: un elemento che non era sfuggito ai finanzieri di Città di Castello che qualche anno fa avevano chiuso l’attività dove in realtà si svolgevano prestazioni sessuali. I prezzi oscillavano tra i 30 e i 100 euro in base alle richieste, gli annunci erano pubblicati nei siti internet di riferimento per incontri hot e per lo più in questa casa del sesso si potevano incontrare ragazze orientali. In queste ore in tribunale a Perugia la titolare del centro massaggi a luci rosse situato a Cerbara di Città di Castello, una donna di 55 anni cinese, è stata condannata a 4 anni di reclusione con l’accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione di tre connazionali.
Secondo le indagini svolte dalla guardia di finanza la donna accoglieva i clienti del finto centro benessere e dopo aver incassato il corrispettivo per la prestazione richiesta, li accompagnava all’interno delle stanze in attesa di poter consumare la prestazione. I fatti risalgono nel periodo compreso tra il 2018 e il 2019 e numerosi testimoni (di età variabile dai 19 ai 60 anni) provenienti da varie zone dell’Altotevere hanno riferito chiaramente cosa accadeva nel centro massaggi. Tra i particolari finiti nell’indagine anche la presenza di elementi inequivocabili: le foto delle ragazze in lingerie, i preservativi, le crema vaginali.
L’attività commerciale era risultata inoltre priva di autorizzazioni e di personale qualificato, inoltre alcune delle ragazze che si prostituivano erano clandestine. Tra l’altro al momento del blitz gli uomini delle Fiamme gialle erano stati accolti da due ragazze che invece del classico camice bianco come si conviene ai centri massaggi avevano abiti sexy ed erano prive del permesso di soggiorno. L’operazione della Finanza risale al giugno 2019 ed era denominata Hot China. Durante le successive perquisizioni, erano stati rinvenuti e sequestrati quasi 2 mila euro in contanti nascosti sotto un materasso, preservativi anche di provenienza cinese, abbigliamento sexy e altro materiale, tra cui il cellulare utilizzato per fissare gli appuntamenti. L’immobile era stato sequestrato e l’attività chiusa, con la denuncia della titolare che è stata ora condannata a 4 anni e due mesi di reclusione in primo grado.