Che ricordi ha di quelle ore?
“Ricordo un momento in cui ero in prigione abbandonato a me stesso e non vedevo la speranza, fissavo il soffitto e ho sentito chiaramente che rimaneva a terra solo un corpo vuoto”.
Negli ultimi dodici mesi la vita non le ha risparmiato nulla.
“Prima di un anno fa ero un ragazzo con un futuro davanti che studiava all’estero. Brillante e pieno di interessi. Poi ho quasi perso la vita in un incidente stradale, era ottobre del 2023, quella notte lontano da casa persi il telefono, non potei avvisare mia madre. Fu l’inizio dell’incubo in cui mi sarei ritrovato qualche settimana dopo”.
Il telefono e la paura di perdere il suo unico mezzo di comunicazione. Sono pezzi della storia…
“Sì quella notte nel locale qualcuno mi rubò il telefono, io chiedevo solo di riaverlo indietro, perché l’esperienza dell’incidente mi aveva traumatizzato, è finita con la polizia invece di aiutarmi mi ha fatto passare il momento più brutto della mia vita”.
E appena tornato in Italia per prima cosa ha varcato la porta di un’aula di tribunale.
“A tutto quello che ho passato si aggiungono le lotte giudiziarie con mio padre, estranee alla vicenda americana. Ho dovuto testimoniare a Spoleto. Mi sono soffermato mentre passavo nelle aule di un Paese diverso sicuramente dove mi sento al sicuro, ma quando ho letto quella frase ’la legge è uguale per tutti’ ho pensato che vorrei delle risposte. Ho dovuto affrontare un procedimento per delle accuse nonostante fossi io la vittima. Tutto quello che ho vissuto ha avuto un impatto su di me, un buco difficile da ricucire, per una giustizia che per me – al momento – non è stata fatta”.
Cosa si aspetta adesso?
“Di ottenere il visto e poter tornare a completare gli studi. Nel frattempo, l’Italia è il posto dove cercare un po’ di serenità e ritrovare me stesso. Spero”.
A Matteo si rompe la voce, lo aiuta la madre Vlasta, che dice: “Questa vicenda ci sta costando tanto anche in termini economici, cifre pazzesche che non possiamo permetterci. Spese mediche per 180 mila dollari ancora da pagare, oltre ai 20 mila dollari già spesi. Spese legali per 6500 dollari e ci vorranno dai 200 mila a 400 mila dollari per la causa civile. Soldi che noi non abbiamo, perché mando avanti i figli da sola, senza contare costi per biglietti aerei e l’alloggio. Mi appello alla premier Meloni affinché l’Italia faccia pressione sullo stato della Florida per ottenere indagini e accertamenti sui poliziotti che hanno arrestato con violenza e incaprettato Matteo ammanettandolo dietro la schiena quando non riusciva a respirare. Lo Stato dovrebbe farlo, Matteo è un italiano torturato all’estero”.