Erika Pontini
Cronaca

Arresto violento a Miami, caso chiuso per Matteo Falcinelli: lo studente umbro non sarà processato

Le accuse di resistenza e violenza mosse contro il 26enne di Foligno sono cadute al termine del programma di rieducazione

Roma, 19 settembre 2024 – Caso chiuso. Le accuse di resistenza e violenza mosse inizialmente nei confronti di Matteo Falcinelli, il 26enne di Spoleto sbattuto a terra con il viso schiacciato sull’asfalto all’esterno di uno strip bar di Miami e incaprettato dalla polizia nella cella di transito, sono cadute al termine del Pti, il programma di rieducazione. “No prosecuted”, non ci sarà alcun processo. Lo ha stabilito il giudice di Miami all’udienza che si è svolta martedì mattina, mettendo così un punto fermo sul caso dello studente italiano che accusa la polizia di violenze e torture, e i cui contorni sono ancora poco chiari con contraddizioni tra i dialoghi ripresi dalle bodycam e le dichiarazioni contenute nei verbali.

Lo scandalo, l’ennesimo sui metodi utilizzati dagli agenti americani, che nei giorni scorsi avevano buttato a terra anche il campione di football americano Tyreek Hill, fermato e ammanettato dalla polizia prima della partita ma subito rilasciato, era stato sollevato nel maggio scorso da Qn-La Nazione che aveva pubblicato in esclusiva i video choc delle bodycam indossate dai poliziotti che dimostrano come il giovane studente fosse stato sottoposto alla manovra dell’hogtie - mani e piedi legati insieme - per tredici interminabili minuti, in seguito alle quali Falcinelli è ancora seguito da psichiatri, e non ha recuperato sensibilità sulle mani.

Con la chiusura del Pti lo studente, insieme alla mamma Vlasta Studenicova, che da mesi combatte una battaglia per avere giustizia, vuole intentare causa civile contro gli agenti, ritenendoli responsabili di torture e indicibili violenze. L’avvocato Italo americano Filippo Marchino, lo stesso che intentò causa alla Boeing per il disastro aereo in Indonesia che nel 2018 costò la vita a 189 persone, é già al lavoro insieme a un collega.

Il sistema giudiziario statunitense infatti prevede che solo il procuratore possa avviare un’indagine penale nei confronti della polizia, non essendo prevista negli Usa - a differenza dell’Italia - l’obbligatorietà dell’azione penale.

La denuncia invece era stata depositata tramite il consolato italiano a Miami alla procura di Roma, attraverso l’avvocato Francesco Maresca. Ieri mattina Maresca ha consegnato al pm titolare dell’inchiesta il materiale completo: i video delle bodycam, anche se la famiglia accusa il Dipartimento di averli rilasciati con ritardo e incompleti, e le cartelle mediche. “Dalla procura di Rona ho ricevuto rassicurazioni che saranno svolti tutti gli accertamenti per fare chiarezza attorno a una vicenda drammatica che ha coinvolto un giovane studente italiano all’estero per motivi di studio”, spiega il legale.

Matteo è ancora al campus di Miami, senza mai essere riuscito a rientrare in Italia: a maggio il Dipartimento di Stato americano ha revocato il visto al ragazzo, costringendolo di fatto a restare negli States per timore di non poter rientrare, e quindi violare le disposizioni del Pri.

Del caso si era interessata anche la Farnesina: il ministro Antonio Tajani aveva sollecitato l’ambasciata americana a Roma, e riferito in Parlamento. E il Dipartimento di Stato americano aveva annunciato la volontà di andare fino in fondo. Ma dopo sette mesi mamma Vlasta accusa un silenzio assordante: “Sono in contatto con la Farnesina e con il console italiano a Miami, Michele Mustò, ma non abbiamo mai più saputo nulla in merito agli accertamenti promessi al Dipartimento di Stato”, spiega la donna.

“Vorrei che la Farnesina si impegnasse per sollecitare un’indagine che chiarisca come si sono svolti realmente i fatti: se c’è stata violenza e l’arresto era ingiustificato che si faccia giustizia. Ho seguito il caso di Tyreek Hill - aggiunge la mamma - si è chiesto cosa sarebbe accaduto se non fosse stato un campione. Purtroppo temo che sarebbe accaduto ciò che è successo a mio figlio. Episodi del genere non devono mai più succedere”. La donna ha chiesto inoltre al ministero degli Esteri, ora che il Pti è terminato, ad aiutarla a riavere il visto per Matteo, per fargli terminare gli studi in Florida. La famiglia Falcinelli si trova inoltre in grave difficoltà finanziaria: “Con le spese sanitarie sostenute per Matteo, una situazione medica grave dell’altro mio figlio e il padre dei ragazzi che si nega da mesi, mi chiedo se a livello governativo italiano esistano dei fondi per aiutarci a sostenere questo difficile percorso”.