Agli orali porterà una tesina dal titolo "L’arte di invecchiare", intanto ieri mattina ha svolto la prima prova scritta di italiano, nella vita ha fatto la bidella, ma il suo sogno era quello di insegnare. "Non è mai troppo tardi", dice Imelda Starnini che a 90 anni compiuti, si è presentata al liceo psicopedagogico San Francesco di Sales per sostenere l’esame di maturità. Uscita dalla classe alle ore 12,15 con il sorriso sulle labbra si è detta soddisfatta: "Ho dato il meglio di me".
Quale traccia ha scelto?
"Quella di attualità sulla lettera aperta all’ex ministro dell’istruzione che invitava a reintrodurre le prove scritte alla maturità. Spero di aver fatto bene, ci ho messo tutto il mio impegno". Con lo stesso piglio con cui è entrata, Imelda è uscita ieri nella tarda mattinata dall’Istituto San Francesco di Sales, conosciuto fino a qualche anno fa come la scuola "magistrale", ora sede del Liceo Socio-Psico-Pedagogico. Ad attenderla fuori la figlia Sara Mercatelli che l’ha riaccompagnata a casa per prepararsi alla seconda prova d’esame. "Senza sacrificio non si ottiene nulla e a questa età ho deciso di rimettermi in gioco per prendere il diploma, obiettivo che ho rincorso da sempre, ma che per varie ragioni, familiari e di lavoro mi è sfuggito. Nella vita niente è impossibile, basta volerlo, poi a me studiare piace molto". Nata a Selci nel comune di San Giustino Imelda ha frequentato la scuola elementare e racconta che furono anni difficili per la guerra: "Succedeva che le lezioni erano spesse interrotte dalla sirena delle Officine Nardi che segnalava i possibili bombardamenti…Allora si correva a casa e spesso si doveva sfollare in campagna".
Da bambina è stata molto legata alla figura dello zio Eligio, uomo colto e altruista che aveva preso a cuore la nipote: "Tu farai la maestra…", le diceva. Ma purtroppo morì anzi tempo, infrangendo i sogni di Imelda che dovette ripiegare su un corso di taglio e cucito poi si sposò, nacquero due figli Luca e Sara. Nel 1987 conseguì il diploma di licenza media, "ancora oggi – precisa la figlia Sara - tutti i giorni racconta di essere tanto dispiaciuta per non essere diventata maestra, il suo sogno più grande".
Da qui la richiesta al professor Simone Polchi, dirigente scolastico dell’Istituto, che ha ammesso Imelda all’esame di Stato: "Capii subito che si trattava di una storia straordinaria e di un esempio per tutti i nostri ragazzi", dice. A tenere a battesimo una giornata davvero speciale per Imelda e tutti gli studenti, anche le istituzioni locali, rappresentate dagli assessori Letizia Guerri e Milena Crispoltoni: "E’ una sorta di ‘favola’ che diventa, finalmente, una bella realtà".
Cristina Crisci