Città di Castello, 21 giugno 2023 – Non è mai troppo tardi, recitava il titolo di un fortunato programma della Rai condotto da Alberto Manzi e Carlo Piantoni che negli anni tra il 1960 e il 1968 portò l'alfabetizzazione agli italiani attraverso la tv. Programma che anche la nonnina di Città di Castello, Imelda Stamini, classe '33, avrà seguito al tempo comprendendone perfettamente il senso. Tanto che oggi questa straordinaria signora di novant'anni si è seduta sui banchi di scuola per conseguire il tanto sognato diploma di maturità. Imelda Starnini ha deciso infatti di rimettersi a studiare giorno e notte per conseguire la maturità e coronare il sogno di una vita, quello di diventare una maestra, almeno sulla carta. Dopo il suo compleanno, lo scorso 3 febbraio, ha pensato di iscriversi come candidata “esterna” all’esame di maturità all’Istituto San Francesco di Sales (paritaria, scuola pubblica, unica in Europa, la cui fondazione risale al 1816) una volta conosciuto come la scuola “magistrale”, da qualche anno sede anche del Liceo ad indirizzo Socio-Psico-Pedagogico. Un polo scolastico nel centro storico di Città di Castello fra cattedrale, palazzo comunale e torre civica che per decenni ha formato maestre e maestri da sempre fiore all’occhiello della città.
E proprio in quell’istituto, nel lungo corridoio al secondo piano che attraversa l’ingresso delle classi, questa mattina poco dopo le ore 8, come peraltro in tutte le scuole italiane, Imelda si è seduta in un banco a poca distanza dalla cattedra, per sostenere la prima prova scritta di “Italiano”, Sei ore per svolgere una delle sette tracce proposte dal ministero: poi domani, giovedi 22 giugno sarà la volta della seconda prova scritta e a seguire la prossima settimana il colloquio finale prima del “verdetto”.
“Senza sacrificio non si ottiene nulla nella vita ed a questa età ho deciso di rimettermi in gioco e affrontare questo esame, un obiettivo che ho rincorso da sempre ma che per varie ragioni, familiari e di lavoro mi è sfuggito. Ora sono qui e grazie all’aiuto della mia famiglia inizio il percorso di prove, che spero, mi condurranno ad ottenere il diploma”, ha detto con piglio e orgoglio “nonna” Imelda prima di iniziare a scrivere assieme agli altri maturandi, che potrebbero essere tutti suoi nipoti, con cui ha condiviso durante l’anno momenti di formazione e studio in comune.
“Li abbraccio tutti questi bellissimi giovani che oggi qui con me e in tutta Italia sono pronti a superare gli ostacoli degli esami: lo studio, il sapere e il desiderio di conoscere non hanno età ed io ne sono la dimostrazione. Bisogna crederci, così mi hanno insegnato i miei genitori. Avanti ragazzi ora non si scherza più”, ha concluso sorridente l’aspirante maestra di Città di Castello da oggi simbolo autentico dell’esercito di maturandi che pensa anche alla laurea: “perché no, nella vita nulla è impossibile basta volerlo e poi a me studiare piace molto”.
Nata a Selci, nel comune di San Giustino (suo papà era il fabbro Giulio), seconda di quattro fratelli (Laura, Cecilia e Pietro) Imelda ha vissuto un'infanzia serena sia pur contraddistinta dalle difficoltà del periodo. Ha frequentato la scuola elementare a Selci: anni difficili legati alla guerra dove le lezioni erano spesse interrotte dalla sirena delle Officine meccaniche “Nardi” (simbolo del comparto metalmeccanico) che segnalava i possibili bombardamenti. “Si correva a casa e spesso si doveva sfollare in campagna”. Molto legata alla figura dello zio Eligio Starnini, uomo colto e altruista, sposato con Rosina ma senza figli, le promise che a guerra finita l'avrebbe aiutata a diventare maestra. Ma purtroppo morì prematuramente. Oggi finalmente il coronamento di quel sogno.