Perugia, 28 dicembre 2024 – E’ stato definito il quinto mezzo di trasporto per le merci: parliamo della tecnologia Pipenet, un rivoluzionario sistema a lievitazione magnetica che si basa su una rete di tubi e condotti speciali che, insieme ad altri dispositivi, permettono il trasporto di merci a elevata velocità, con ridotti consumi energetici e soprattutto meno mezzi in giro sulle strade. Il progetto è del professore perugino Franco Cotana, docente di Fisica e tecnica industriale all’Università degli studi di Perugia. L’ingegnere lavora su Pipenet dal 2005, quando dopo i primi brevetti fu firmato il primo accordo tra l’Ateneo perugino e Ansaldo Breda Trasporti, in Finmeccanica a Roma. Prove funzionali sono state realizzate a Perugia a cui si aggiunse un prototipo sperimentale di 100 metri prodotto al Polo scientifico di Terni.
Fantascienza? A quanto pare no. In questi giorni Pipenet è stato oggetto di un protocollo d’intesa firmato da Rfi (Rete Ferroviaria Italiana Spa) e da Rse (Ricerca sul Sistema Energetico Spa), finalizzato ad attività di ricerca e sperimentazione, con il focus sugli obiettivi di decarbonizzazione del sistema trasporti e sul percorso di transizione verso modalità sempre più sostenibili.
In particolare, l’accordo riguarderà un nuovo sistema di trasporto, inizialmente specifico per le merci, che uti- lizzerà la tecnologia Pipenet nel circuito Rfi di Bologna San Donato: un vero e proprio laboratorio a cielo aperto dedicato all’innovazione nel settore ferroviario, che grazie alla levitazione magnetica e alla pro- pulsione con motore elettrico lineare, che opera all’interno di tubi a bassa pressione, rappresenterà una rivoluzione per tutto il settore.
“Rse – spiega l’amministratore delegato Cotana – sostiene con tutte le sue attività di ricerca il percorso di transizione che vede l’Italia protagonista e per questo siamo felici di poter collaborare con RFI per raggiungere l’importante e ambizioso obiettivo di efficientare il trasporto merci, alimentando la linea elettrica ferroviaria con fonti rinnovabili e sperimentando nuove tecnologie come Pipenet. Questa tecnologia consentirà di trasportare merci fino a una tonnellata al secondo su tutto il territorio italiano senza ricorrere a fonti fossili perché l’energia necessaria per il movimento delle capsule, che operano in tubi ad aria evacuata e a levitazione magnetica, verrà interamente fornita da pannelli fotovoltaici integrati nell’infrastruttura. Grazie all’assenza di attrito, il motore elettrico lineare non disperderà energia e potrà funzionare anche come gene ratore, recuperando fino al 70% dell’energia utilizzata durante l’accelerazione, mentre il restante 30% sarà fornito da pannelli fotovoltaici e batterie”.
Ma le capsule dove viaggeranno? Quanto sono grandi? E in quanti anni saranno realizzate le condotte?
“Questa infrastruttura potrebbe movimentare fino a un miliardo e mezzo di capsule all’anno lungo tutta la dorsale tirrenica, da Reggio Calabria a Milano, e lungo quella adriatica, da Lecce a Venezia, e sviluppare il collegamento dei porti e le linee trasversali. La tecnologia permetterà lo sviluppo di una vera e propria rete, simile a quella internet, che consentirà alle merci di raggiungere la stessa destinazione attraverso percorsi diversi. I condotti possono essere sospesi, ma anche sottoterra o in mare. Il diametro esterno di ciascun tubo – va avanti Cotana –misura circa 1,6 metri. Per realizzare l’infrastruttura ci vorranno almeno 10 anni”.