Spoleto (Perugia), 10 marzo 2024 – La polizia penitenziaria ha trovato un microcellulare nascosto dentro una presa di corrente elettrica, all’interno di una cella della sezione del carcere di Spoleto dove sono reclusi i detenuti del circuito di alta sicurezza.
Fabrizio Bonino, segretario per l'Umbria del sindacato Sappe, denuncia in una nota: “Sono anni ormai che lamentiamo, a tutti i livelli, che il taglio di ben 130 unità nella pianta organica della polizia penitenziaria del carcere operato nel 2017 avrebbe comportato gravissime carenze nella gestione della sicurezza interna dell'istituto e il ritrovamento di ieri ne è soltanto l'ultima conferma”.
“L'Amministrazione penitenziaria – afferma ancora il sindacalista – deve necessariamente comprendere che non è possibile gestire un istituto di massima sicurezza con un numero di uomini che non sarebbe idoneo neanche per la gestione di un asilo nido ed inviare con urgenza un contingente idoneo alle esigenze del caso”.
Un appello a cui fa eco Donato Capece, segretario generale del Sappe, il quale evidenzia che “il primo e più rappresentativo sindacato della categoria torna a richiamare l'attenzione dei vertici regionali e nazionali dell'amministrazione penitenziaria affinché vengano date risposte concrete, alla risoluzione delle problematiche in atto nel penitenziario di Spoleto, anche dotando le donne e gli uomini, da sempre in prima linea sul fronte dell'ingresso e possesso di droga e telefonini in carcere, di adeguati strumenti tecnologici di controllo”.