REDAZIONE UMBRIA

Moglie-aguzzina non può avvicinarsi al marito

L’uomo, 75 anni, sottoposto a vessazioni fisiche e psicologiche, era stato allontanato da parenti e amici. I vicini chiedono ai carabinieri di intervenire

Da moglie premurosa ad aguzzina. Alla donna, una quarantenne, di origine albanese e residente a Valfabbrica, i carabinieri hanno notificato un provvedimento di divieto di avvicinamento all’uomo emesso dal gip del Tribunale di Perugia. Il marito, 75 anni, umbro, ha trovato il coraggio e l’opportunità di denunciare il calvario che viveva solo poco tempo fa, dopo aver passato alcuni giorni in ospedale a causa delle precarie condizioni di salute, dovute alla mancanza di assistenza sanitaria cui sarebbe stato costretto. Questa la storia del matrimonio che è diventato un incubo, così come ricostruita fin qui dai carabinieri. I due si sono consciuti nel 2016: lei era la badante di un amico dell’uomo. Poco dopo hanno iniziato una relazione.

Nel 2020 la donna è rientrata in Abania, per motivi di famiglia, e avrebbe convinto l’uomo a raggiungerla. E lì i due si sono sposati. Fin qui nulla di strano. A settembre 2020 la coppia rientra in Italia e va a vivere a Valfabbrica, a casa dell’uomo: poco dopo vengono raggiunti da alcuni familiari della donna, tra cui una figlia, avuta da un precedente rapporto. "Da quel momento, secondo il racconto della vittima – spiega una nota della Procura a firma del procuratore generale, Raffaele Cantone –, sarebbero cominciate nei suoi confronti vere e proprie vessazioni fisiche e morali e all’uomo sarebbe stato impedito di incontrarsicon i figli, già adulti, avuti da un procedente matrimonio, da cui era rimasto vedevo, nonché di utilizzare il cellulare e intrattenere rapporti con amici e parenti". Non solo: l’uomo sarebbe state privato anche delle carte di creidto. Secondo il racconto fatto ai carabinieri, il marito sarebbe stato più volte malmenato, oltre a essere sottoposto a continue vessazioni. Tutto è venuto alla luce a seguito di un contorllo dei carabinieri presso l’abitazione dell’uomo, dopo che "alcuni cittadini – spiega la Procura – avevano segnalato la presenza di persone sospette" e i militari avevano cercato di prendere contatto con l’uomo ma la moglie, di fatto glielo aveva impedito, non cosentendo loro neanche di entrare in casa.

Nell’abitazione si era presentato poi il personale dell’Ufficio stranieri che aveva rilevato la presenza “fuori norma“ di alcuni parenti della donna. E’ a questo punto che il 75enne è riuscito a mettersi in contatto con la figlia e ha lasciato l’abitazione. La figlia, constatato il precario stato di salute del padre, ha provveduto a farlo ricorare in ospedale. Quindi, una volta rimessosi in forze e uscito, l’uomo è andato dai carabinieri per raccontare i mesi di inferno che aveva vissuto. Da qui il divieto di avvicinamento emesso a carico della donna.