
La diga che forma l’invaso di Montedoglio lungo il corso del Tevere
Mentre a livello politico si infiamma il dibattito sull’utilizzo dell’acqua di Montedoglio e sulle tariffe agricole, l’Ente Acque Umbre Toscane (Eaut) che gestisce la diga comunica l’imminente collaudo e l’entrata a pieno regime. L’invaso si appresta a raggiungere la quota massima di regolazione posta a 393 metri sul livello del mare, necessaria per il completamento del collaudo tecnico funzionale. I cicli di invasi sperimentali e le operazioni collegate per l’accertamento delle condizioni di sicurezza stanno arrivando verso la fase conclusiva: con l’inizio del mese di marzo la diga ha registrato livelli intorno ai 392 metri che lasciano presagire l’ormai prossimo arrivo alla quota di sfioro. Questo traguardo, necessario per il completamento dello stesso collaudo tecnico funzionale, è già stato comunicato alle principali autorità territoriali tra cui i Prefetti di Arezzo e Perugia i rispettivi presidenti regionali e provinciali e i vari sindaci anche dell’Altotevere umbro (San Giustino, Citerna, Città di Castello, Umbertide e Montone).
Il lungo iter per il collaudo ha preso il via all’indomani della fine dei lavori di ripristino dello sfioratore di superficie (che crollò nel 2010). L’istanza per il riavvio degli invasi sperimentali è stata autorizzata nel febbraio del 2023 ed è avvenuta sempre sotto il costante controllo della Direzione Dighe competente del Ministero. La commissione collaudo ha svolto l’ultimo sopralluogo nel novembre scorso quando sono state certificate la "tenuta e la sicurezza dello sbarramento e delle strutture di scarico di superficie", con la successiva autorizzazione a raggiungere il massimo livello per il completamento delle operazioni. Solo al raggiungimento della quota di massima regolazione e in concomitanza dello sfioro sarà comunicata l’attivazione della fase di preallerta agli enti locali. Nel frattempo a Città di Castello prosegue il dibattito sull’utilizzo dell’acqua della diga anche per il Trasimeno e sui costi. Il consigliere Roberto Brunelli del Partito Democratico riapre la questione legata ai costi che gli agricoltori dell’Altotevere devono sostenere per poter utilizzare l’acqua dell’invaso: "Serve un adeguamento delle tariffe, attraverso un dialogo costruttivo con la Toscana, l’Afor, l’Eaut e le associazioni agricole. È fondamentale che la Regione Umbria si impegni attivamente, anche attraverso interventi e finanziamenti regionali e ministeriali, seguendo il giusto esempio di quanto sta facendo per la questione dell’acqua del Lago Trasimeno".