LUCA AMODIO
Cronaca

Morì dopo la soprassata: "Non è stato un batterio"

Ad uccidere la donna sessantenne residente a Citta di Castello, che si era sentita male dopo aver mangiato la soprassata...

Il procuratore Raffaele Cantone

Il procuratore Raffaele Cantone

Ad uccidere la donna sessantenne residente a Città di Castello, che si era sentita male dopo aver mangiato la soprassata prodotta da un’azienda aretina, non sarebbe stato il batterio della listeria ma un’infezione contratta in ospedale. O almeno questo, secondo la difesa dell’indagato, avrebbero dimostrato i due medici incaricati di effettuare la perizia per conto della Procura di Perugia che ha chiesto il rinvio a giudizio per il titolare dell’azienda.

L’Asl 1 dell’Umbria aveva infatti effettuato un campionamento degli alimenti nell’abitazione, individuando la presenza del batterio all’interno dell’alimento acquistato in un’attività commerciale di Umbertide, ma prodotto e commercializzato da un’azienda agraria di Arezzo. L’azienda sanitaria ha inoltrato così la segnalazione alla Procura "per violazioni della disciplina igienica della produzione e vendita di sostanze alimentari".

Dagli accertamenti risulterebbe, infatti, che la donna sarebbe stata sì affetta da listeria, ma in remissione. La conclusione non interrompe il nesso causale perchè, se la donna non avesse sofferto della patologia, non sarebbe andata in ospedale, ma getta una luce diversa sul caso. L’azienda avrebbe ricostruito il percorso della “mandata“ di salumi che non avrebbero avuto né dato problemi: nessuna delle persone che avrebbero comprato prodotti dalla stessa partita si sarebbe sentito male.

Nella fase di produzione poi non sarebbe stata trovata traccia del batterio. La “guerra“ di perizie va comunque avanti per far chiarezza sul decesso, avvenuto un anno fa, della signora che avrebbe acquisto il prodotto in un negozio dell’Altotevere.