Si avvia verso la conclusione il processo di appello per la morte di Samuele De Paoli, trovato cadavere il 28 aprile 2022 a Sant’Andrea delle Fratte, a terra nudo, tra i campi, vicino alla sua vettura. Patrizia Pinheiro Duarte, trans brasiliana indagata inizialmente per omicidio, era stata assolta a conclusione del processo di primo grado. La morte di Samuele era stata collocata in un’azione di difesa a fronte di una violenta aggressione. Fortuita la pressione esercita sul nervo vagale, all’origine dell’arresto cardiocircolatorio. Ieri in Corte d’Appello, attraverso le testimonianze dei consulenti tecnici della Procura, Mauro Bacci e Sergio Scalise Pantuso, e dei periti del Tribunale, Vittorio Fineschi e Aniello Maiese, che già avevano svolto gli accertamenti medico legali, sono state ricostruite le cause e le modalità del decesso. Testimonianze, sostiene l’avvocato Francesco Gatti, difensore di Pinheiro, che non hanno "potuto che confermare l’azione meramente incolpevole di Patrizia Pinheiro, e che ha portato all’assoluzione in primo grado". "Sono emersi, anche oggi, il contributo rilevante della cocaina assunta dal De Paoli, la morte subitanea del medesimo a seguito dell’afferramento del collo da parte dell’imputata, con costringimento di modesta entità, per eccessiva reazione vasovagale a causa dell’assunzione di cocaina e alcol, in un contesto pacificamente difensivo e con causazione sostanzialmente fortuita" ha sottolineatoancora il legale che ha ricordato come "Patrizia Pinheiro, per parole espresse dal professor Fineschi, è stata attinta da una "gragnuola di colpi" da parte del De Paoli, e nel tentativo di allontanare l’aggressore, ha afferrato debolmente il glomo carotideo, provocandone la morte, che è stata immediata". I testimoni, inoltre, hanno smentito sia la presenza di altre persone nel contesto dei fatti che "altre supposte anomalie, che peraltro non sarebbero nemmeno rilevanti nel nostro processo".
Circostanze sulle quali, invece, i familiaridi Samuele chiedevano di fare chiarezza a fronte di situazioni che, secondo la loro valutazione avrebbero potuto dare una differente chiave di lettura alle circostanze della morte del ragazzo. Chiuso così il dibattimento, il processo si avvia agli atti conclusivi, in particolare con le richieste del procuratore generale, Sergio Sottani, che aveva avocato a sé il fascicolo per cui era stata chiesta l’archiviazione, e quindi l’arringa difensiva. "Attendiamo serenamente la discussione del processo", conclude l’avvocato Gatti. Si torna in aula, in Corte d’Appello, il 22 gennaio 2025, alle 9.