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Morti sul lavoro, vera emergenza. L’Umbria in “zona rossa“ nel 2024: "Basta parole, servono più controlli"

L’Osservatorio “Vega“ colloca la regione tra quelle più a rischio per numero di vittime e occupati. Il presidente dell’Anmil: "Nemmeno le stragi hanno sortito effetti, incidenti e malattie aumentano". .

Quindici i morti sul lavoro nel 2024 in Umbria, che nel 2023 era stata la seconda regione italiana. più colpita dal fenomeno

Quindici i morti sul lavoro nel 2024 in Umbria, che nel 2023 era stata la seconda regione italiana. più colpita dal fenomeno

L’Umbria anche nel 2024 resta un’area tra quelle maggiormente a rischio in Italia per quanto riguarda gli infortuni sul lavoro. Secondo l’Osservatorio “Vega“ Sicurezza e Ambiente l’Umbria è in “zona rossa“, nel rapporto tra morti sul lavoro e occupati. L’Anmil provinciale di Terni ha celebrato ieri la 74esima Giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro. “Vivere, un diritto. Il lavoro sicuro, un dovere“, questo lo slogan della manifestazione che ha visto una messa in memoria dei Caduti, la deposizione di una corona d’alloro al Monumento che ricorda le vittime, in piazzale Bosco, quindi una cerimonia civile alle presenza delle istituzioni "Tutti parlano di prevenzione ma ancora si fa molto poco – così il presidente Anmil, Giovanni Baccarelli –; quando si verifica una tragedia se ne parla per due giorni, poi più nulla. Anche le stragi non hanno sortito effetti. Gli ispettori non sono aumentati, i controlli nemmeno. E di controlli ne servirebbero tanti di più. In trent’anni gli infortuni sul lavoro sono in continuo aumento, così come le malattie professionali che non vengono tabellate. Con Inail e sindacati, con i quali collaboriamo, non smetteremo mai di chiedere più prevenzione, più ispettori, più controlli". Se il 2023 era stato nefasto per l’Umbria sul versante dei morti sul lavoro, i primi otto mesi del 2024 non fanno ben sperare. Alla fine dello scorso anno la regione era seconda, dietro l’Abruzzo, con ben ventuno decessi registrati in dodici mesi, rapportati al numero totale degli occupati. Peggio ancora stava la provincia di Terni, “prima” in italia nel rapporto tra morti sul lavoro, otto nel 2023, e numero di occupati, 82.95. Per l’Osservatorio “Vega“ a finire in zona rossa a fine agosto 2024 "con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 21,5 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono Valle d’Aosta, Umbria, Trentino-Alto Adige, Sicilia, Molise e Calabria". In zona arancione Emilia-Romagna, Sardegna, Basilicata, Campania, Puglia e Lazio. Quindici, dall’inizio dell’anno, i morti sul lavoro purtroppo registrati sul territorio regionale

Ste.Cin.